«Preoccupati per gli operatori»

In Uganda sono 5, in Madagascar uno: «Figure indispensabili»

BELLUNO. «L’impressione è che non si possa più stare al sicuro da nessuna parte. Fanatici e fondamentalisti cominciano a essercene ormai sempre e ovunque». Piergiorgio Da Rold, coordinatore di “Insieme si può...”, non nasconde la propria preoccupazione per la situazione di terrore che stanno vivendo alcuni stati dell’Africa e non solo. «Noi in Uganda abbiamo 5 operatori italiani che stanno seguendo i nostri progetti», commenta. «Al momento non ci sono avvisaglie particolari, ma anche lì sono presenti le truppe dell’Onu per la stabilizzazione dello stato di cose in Somalia, che è “sotto attacco” come il Kenya. Visto il clima, è evidente che ci sia preoccupazione per chi opera in quelle aree. I nostri operatori, tra l’altro, sono lì con le famiglie. Un altro ancora è presente in Madagascar. Si tratta di persone che stanno “in missione” per periodi lunghi, anche anni».

A queste si aggiungono i volontari. Nei giorni scorsi è rientrato in provincia dal sud dell’Uganda un comeliano. «Domani (oggi, ndr) partirà da Sospirolo un ragazzo che si occuperà di seguire il progetto Expo nella capitale», prosegue Da Rold, «e c’è un altro giovane di Modena che è sceso da poco a Kampala. Si tratta di figure indispensabili per portare avanti i nostri progetti». Progetti che, di certo, non sono pochi. All’Uganda “Insieme si può...” ha destinato nel 2014 oltre un milione di euro. Nello stato dell’Africa orientale la Onlus ha all’attivo decine di progettualità: dall’emergenza fame nella regione del Karamoja all’agricoltura sostenibile ed energie rinnovabili, dal sostegno ai disabili al progetto per i giovani che vivono nei quartieri più poveri di Kampala, passando per la realizzazione di pozzi d’acqua potabile e la costruzione di silos per conservare le granaglie.

Sempre lo scorso anno, dalla sede dell’associazione di via Garibaldi a Belluno sono partiti complessivamente 2 milioni e 195 mila euro. Tutti destinati ai più poveri. Considerato, però, che altri 79.287 euro sono stati gestiti autonomamente dai 70 gruppi operativi, il totale diventa di quasi 2 milioni e 275 mila. La suddivisione per area ha visto l’Africa beneficiare di un milione e 332 mila euro, l’America Latina di quasi 165 mila, l’Asia di 129 mila, l’Europa/Italia di 118 mila euro.

Non sono mancati i fondi destinati a dare risposta ai sempre più grandi e pressanti bisogni locali di famiglie di immigrati, ma ormai anche di italiani, che non riescono a pagare affitto, spese mediche o bollette varie. Nel corso dell’anno, l'intervento economico complessivo per fronteggiare la povertà “a casa nostra" è stato pari a oltre 154 mila euro.

«La solidarietà dei Bellunesi è sempre tanta», tiene a evidenziare Da Rold. «C’è però da dire che la crisi economica ha “picchiato” di più rispetto al 2013. E questo si è riversato soprattutto sul progetto di “sostegno a distanza”, che ha permesso di assistere quest’anno circa 2.600 bambini in 15 paesi diversi. Tante ancora le donazioni, ma qualcuno, a causa delle difficoltà provocate dalla crisi, si sta ritirando. Sono circa 200 i bambini e i ragazzi per cui abbiamo pagato la quota per il primo quadrimestre ma non sappiamo se per il secondo riusciremo a mantenerla. Questo ci preoccupa parecchio, non vogliamo abbandonarli, ma senza sostegno diventa difficile anche per noi».

Intanto “Insieme si può...” continua in Africa anche con le attività legate all’alimentazione, all’agricoltura e all’Expo, il “Progetto latte”, le iniziative nelle scuole. In Madagascar è stato costruito un villaggio di 15 casette per altrettante famiglie che si erano ritrovate a vivere nelle discariche della capitale e, nel nord del paese, è stata ristrutturata la casa di riposo di Marovoay, che ospita una quindicina di persone, ma ne assiste anche molte altre, sole e abbandonate.

Martina Reolon

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