Presidenza dell'Aci di Belluno, Bottacin contro Stragà

Una lista di sportivi-politici contro la dirigenza uscente
La Coppa d’Oro delle Dolomiti
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BELLUNO. E' competizione vera per la presidenza dell'Aci bellunese. Ieri alle 12 scadevano i termini per la presentazione delle candidature e non sono mancati i colpi di scena. Le liste depositate sono due: una fa capo al presidente uscente Paolo Stragà (anche presidente regionale), l'altra è composta da un gruppo di sportivi e politici. A guidare questo gruppo infatti è il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin. Ma c'è un altro elemento di suspance: la lista degli uscenti è stata depositata negli ultimi minuti utili, tanto che i responsabili della prima lista (presentata da un paio di giorni) contestano la regolarità, affermando che alle 12.01 era stata depositata solo una lista (quella degli sportivi-politici) e quindi l'altra andrebbe esclusa. La versione di Stragà è opposta: «I nostri soci presentatori erano nella sala del consiglio dalle 11.50 e la lista è stata depositata alle 11.58». Il nodo verrà sciolto nel giro di qualche giorno, quando verrà data comunicazione ufficiale degli ammessi alle elezioni, ma non si escludono ricorsi. L'Automobile club italiano, ente di interesse pubblico ma autonomo, cioè non finanziato dallo Stato, è formato da 106 Aci provinciali, tra i quali Belluno che negli ultimi dieci anni è stato guidato da Paolo Stragà. Insieme a lui si sono candidati gli altri tre consiglieri uscenti (in passato erano nove): Pasquale Osnato, Giuseppe Fascina e Lionello Gorza. Nell'altra lista invece i candidati, oltre a Bottacin, sono: Stefano De Gan, Giobbe Mastellotto e Andrea Miari Fulcis. Ogni gruppo poi presenta altre due liste abbinate, quella dei revisori dei conti e quella delle "tessere speciali", per Bottacin c'è una donna: Daniela Pongiluppi presidente del Topolino club di Feltre. Ogni lista ha 50 firme a supporto e le elezioni si terranno il 14 maggio in assemblea. I soci eleggono il consiglio direttivo che poi, al suo interno, sceglie il presidente. In provincia di Belluno l'Aci ha quasi 3 mila soci e il 10% di questi sono sportivi, cioè hanno una licenza di pilota o commissario di gara. Stragà non nasconde la sua delusione: «Non sapevamo che era in corso una raccolta di firme e non ci aspettavamo un'altra lista. Penso che per noi la vittoria sarà dura, perché gli altri mi sembrano determinati. Sono molto stupito dalla decisione di Bottacin: all'Aci non ci sono mai stati candidati che hanno a che fare con la politica. Sorprende l'ambizione di certi politici di entrare in tutti gli organismi». Stragà cita Antonio Prade che, eletto sindaco di Belluno, si è dimesso dal consiglio direttivo; e ricorda la sua battaglia (vinta) per salvare il marchio e far rinascere la Coppa d'Oro delle Dolomiti. La lista avversaria però gli rimprovera di aver poi affidato la gara a una società esterna e di avere un bilancio in perdita (25 mila euro). Nel loro programma c'è il decentramento della sede e una maggiore attenzione per le competizioni. La lista è sostenuta da tutte le associazioni motoristiche della provincia.

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