Presidi divisi tra più scuole: «Così non si va avanti»

Quest’anno sono nove i dirigenti scolastici chiamati a reggere più istituti. Sommacal e Pisello: «Perdiamo il prezioso rapporto con i ragazzi»
18/06/03 SCUOLA LICEO SCIENTIFICO RIGHI ESAMI DI MATURITA' PROVA SCRITTA DI ITALIANO .
18/06/03 SCUOLA LICEO SCIENTIFICO RIGHI ESAMI DI MATURITA' PROVA SCRITTA DI ITALIANO .

BELLUNO. «L’indennità di reggenza se ne va solo facendo la strada da Mel a Quero». Una vita sempre più dura quella dei dirigenti scolastici, soprattutto per quelli costretti a gestire due sedi distanti tra loro anche diverse decine di chilometri. C’è chi deve dividersi tra Ponte e Auronzo, chi tra Quero e Mel.

Mel e Quero. «Sono responsabile dei comprensivi di Mel e Quero, il primo da titolare, l’altro da reggente, per un totale di 15 plessi: nove nello Zumellese e sei nel Basso Feltrino», spiega Giuseppe Sommacal. «Tocca dividermi tra i due istituti, ma non è una passeggiata, perché si devono incastrare i vari appuntamenti», racconta il dirigente. «Due i momenti più difficili: l’inizio dell’anno scolastico, quando ci sono tutte le riunioni programmatiche da fare, e gli scrutini. Per fortuna ci sono alcuni docenti che durante l’anno si accollano parte delle mie funzioni, altrimenti non saprei proprio come fare».

Trecento euro all'anno. A questi insegnanti viene dato un riconoscimento, «una piccola cosa, presa direttamente dal fondo di istituto. Per noi presidi, invece, c’è una parte accessoria per la reggenza che viene liquidata dalla Regione e che ammonta a circa 300 euro netti l’anno (ciò dipende dalla grandezza della scuola, dal numero degli studenti e da altri parametri ndr). Ad oggi, però, non abbiamo visto ancora nulla: questi soldi sono bloccati da quasi cinque anni per problemi ministeriali», dice Sommacal, che evidenzia come la mancata costante presenza del dirigente si ripercuota sugli studenti: «Si cerca di fare il possibile, si aumenta anche il tempo a disposizione, ma questo è sempre poco per le mille cose da fare», dice un po’ sconsolato.

Il rapporto con i ragazzi. Il problema è che in Veneto le graduatorie dei dirigenti scolastici sono terminate e chi di dovere non ha ancora pensato di indire il concorso per questa figura. Lo sa bene Massimo Pisello, che ormai da tanti anni dirige l’Istituto comprensivo di Longarone e regge quello sottodimensionato di Forno di Zoldo (per un totale di 10 plessi). «C’è da correre su e giù e il più delle volte capita di discutere le problematiche con i colleghi durante il tragitto in auto da un plesso all’altro», dice rammaricato. «Quello che si va perdendo è il rapporto con i ragazzi. Noi presidi siamo presi da troppe incombenze, da quelle amministrative a quelle economico-finanziarie, e rischiamo di mettere in secondo piano l’aspetto pedagogico».

Gli altri problemi. Ma i problemi si aggiungono ai problemi. «In Val di Zoldo», aggiunge Pisello, «siamo anche senza il dirigente amministrativo (dsga), che ci viene assegnato a reggenza. L’anno scorso ne abbiamo visti ben quattro: ciascuno ha fatto una parte dell’anno, ma per qualche periodo siamo rimasti anche senza. In questo caso, insieme ai collaboratori amministrativi, abbiamo cercato di mandare avanti la scuola, ma il compito è davvero difficile. Questi sono gli esiti del sottodimensionamento delle scuole».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi