Prestò dei soldi con tassi usurai e minacciò gli amici: stangato

Il postino 75enne è stato condannato a quattro anni e a pagare 2.500 euro di multa oltre le spese Aveva prestato 53 mila euro a una coppia di conoscenti, chiedendone indietro più del doppio

BELLUNO. È stato condannato a quattro anni di reclusione, al pagamento di 2.500 euro di multa e delle spese processuali e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, Umberto Ragnetti, 75 anni di Roma, accusato di usura e di estorsione ai danni di una coppia di amici di Belluno.

Il collegio giudicante presieduto dal giudice Coniglio, con a latere Scolozzi e Cittolin, ha riconosciuto l’ex postino colpevole sia del reato di usura, per la sproporzione delle somme ottenute indietro rispetto a quelle prestate alla coppia, sia di quello di estorsione, per le minacce avanzate dallo stesso verso gli amici. I giudici hanno anche riconosciuto le attenuanti, visto che l’uomo è incensurato e anziano.

Il collegio ha assecondato le richieste del pm Francesco Saverio Pavone, che aveva richiesto 4 anni di reclusione e 2 mila euro di multa; la difesa, rappresentata dall’avvocato Ferdinando Coppa, aveva invece chiesto l’assoluzione, evidenziando che non c’era stata estorsione da parte del suo cliente.

Tutto è nato dalla richiesta di un prestito di oltre 53 mila euro da parte di una coppia di bellunesi, amici di Ragnetti, che aveva vissuto con loro in un periodo della sua vita.

I soldi arrivano regolarmente nelle tasche dei richiedenti, ma con loro ecco anche la richiesta degli interessi. Tanti interessi: alla fine, per sanare quel prestito la coppia si è sentita chiedere 135.392 euro.

Ma non sarebbe finita qui. Di fronte alle inevitabili difficoltà della coppia a saldare il debito, l’imputato, secondo i giudici, ha messo in atto una serie di minacce. Avrebbe parlato di non meglio identificati personaggi del sud, che sarebbero saliti a Belluno a spezzare le gambe ai debitori, se questi non avessero pagato entro un determinato periodo di tempo stabilito dall’imputato. Poi ci sarebbe stata anche la frase più terribile, che è stata ricordata dal giudice: quella per cui la donna avrebbe dovuto cominciare a prostituirsi, per raccogliere almeno una parte dei soldi necessari a cancellare quell’importo da restituire. Infine le 52 cambiali, che avrebbe fatto firmare alla donna, oltre alla multa di 50 euro per ogni giorno di ritardo nella restituzione della somma dovuta.

I giudici hanno anche mantenuto la sanzione di 300 euro, assegnata all’udienza precedente nei confronti dell’avvocato romano Pierpaolo Petrucci, teste della difesa (che ieri finalmente si è seduto sul banco dei testimoni): l’uomo per tre volte non si era presentato in udienza senza dare preavviso, «impedendo di inserire altri processi con grave danno agli impegni del collegio già molto pesanti», ha detto la presidente Coniglio leggendo il provvedimento.

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