Prezzi benzina, la Cisl bellunese in campo

Raccolta di firme contro il «caro carburante»
Rifornimento di carburante al distributore
Rifornimento di carburante al distributore
BELLUNO.
La Cisl scende in campo contro il caro benzina. E lo fa raccogliendo le firme dei cittadini (ne servono 500mila) a sostegno di un disegno di legge per modificare le regole del mercato del petrolio (rendendolo più libero e più chiaro rispetto alla selva di self, servito e sconti) e ridurre le tasse imposte dal governo sul carburante. Tasse che rappresentano una voce non indifferente sul prezzo totale del litro di benzina e gasolio erogato alla pompa.

A spiegare il tutto è la segretaria provinciale della Cisl, Anna Orsini. «Dal primo gennaio di quest'anno, al netto delle tasse imposte dallo Stato, un litro di benzina senza piombo, che al distributore si paga circa 1,432 euro, costava solo 63 centesimi di euro, più o meno quanto un litro di acqua del rubinetto, la metà di un litro di latte, un quarto di chilo di pane e persino meno di una tazzina di caffè», precisa Orsini, che continua nella sua spiegazione: «Nel prezzo al litro di benzina, il 53.64% se ne va tra accisa e Iva, il 7.54% va ai petrolieri, il 2.49% ai gestori, il 36.33% alla quotazione internazionale. Le percentuali scendono un po' se si considera il gasolio, dove le tasse (accisa più Iva) rappresentano il 46.51% del prezzo totale».

«Con il disegno di legge», prosegue la segretaria della Cisl, «grazie ai semplici provvedimenti che prevede, il prezzo del carburante si abbasserebbe mediamente di 6 centesimi al litro, cioè il doppio della differenza che divide l'Italia dall'Europa. Il che equivale a dire un risparmio di circa 415 euro all'anno per famiglia. Un risparmio notevole, soprattutto per le fasce più deboli e tartassate della popolazione, vale a dire lavoratori, dipendenti e pensionati».

Le firme sono raccolte in tutte le sedi provinciali della Cisl, delle singole categorie, del patronato Inas e del Caf: «Ma saremo presenti con i gazebi anche il 24 maggio a Feltre e il 28 maggio a Belluno. In quell'occazione chi condivide la possibilità di cambiare le cose e di diminuire il prelievo dalle tasche dei bellunesi, potrà mettere la propria firma per liberare la benzina», sottolinea Orsini, che precisa come oggi ci sia una notevole confusione di ruoli tra chi approvvigiona le pompe e chi le gestisce. Il 60% degli impianti, infatti, sono di proprietà dei petrolieri, che impongono ai gestori un prezzo del carburante molto più elevato rispetto agli impianti "no logo", cioè senza marca, dove l'acquisto di carburante avviene sul libero mercato con prezzi inferiori. «Liberalizzando il mercato, si darebbe a tutti i gestori la possibilità di acquistare il petrolio ai prezzi più convenienti e la convenienza si riverserebbe anche sui consumatori», conclude Orsini.

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