«Prima la strada del Fedaia poi l’accordo sui confini»

ROCCA PIETORE. «Finchè la strada del passo Fedaia non sarà messa in sicurezza, i sindaci di Rocca Pietore e Canazei fanno bene a non sottoscrivere l’accordo sul confine della Marmolada tra le province di Trento e Belluno». Lo sostiene Maurizio De Cassan, già sindaco di Rocca, albergatore di Malga Ciapela, dove gestisce il Tirolia.
Per gli amministratori pubblici e gli operatori turistici della Val Pettorina, «la strada è una priorità», così pure per gli ambientalisti, con Luigi Casanova di Mountain Wilderness Cipra. «La sicurezza della strada dalle valanghe – precisa Casanova –è assolutamente indispensabile e, come tale, urgente, ma non l’assocerei all’intesa sul confine. Anche perché la Provincia di Trento ha cominciato a muoversi, finanziando lavori nel tratto di Canazei». De Cassan, che in Comune a Rocca rappresenta l’opposizione, con la lista “Uniti per la montagna”, ricorda, però, che quanto prevedeva l’accordo sulla confinazione del ghiacciaio poneva alla pari il mantenimento degli impianti di risalita e i lavori sulla strada. «Non è possibile che ad ogni nevicata temiamo l’isolamento di passo Fedaia – interviene De Cassan -. In questi giorni non abbiamo problemi solo perché, purtroppo, non nevica e a fioccare sono le mancate conferme dei turisti».
Il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Pellegrin, che lavora proprio al passo Fedaia, si dichiara fiducioso, dopo l’intervento annunciato da Trento. «La sua parte, aggiunge, dovrà farla anche il Veneto». E, in questa prospettiva, Casanova lancia una mina. «So che a molti operatori piacerebbero nuovi collegamenti sul ghiacciaio tra gli impianti trentini e quelli veneti. Noi ambientalisti diciamo di no, non li permetteremo. Vogliamo che la strada sia sicura anche perché al passo Fedaia basta un collegamento tra le due sponde, realizzato con un bus elettrico. Questa posizione delle associazioni Cipra e Mountain Wilderness sta facendosi strada anche fra i Club alpini del Triveneto. I delegati ne hanno trattato l’altro ieri, prima della seduta, a Dobbiaco, dei soci sostenitori della Fondazione Unesco. Secondo quanto è stato riferito a Casanova, anche il Cai sarebbe contrario ai collegamenti sciistici sul ghiacciaio e convinto, invece, che quest’area va conservata come fosse sacra». «È vero, invece – riferisce Bruno Zannantonio, del Cai Veneto, che era presente a quell’incontro – che le Commissioni tutela ambiente montano della Sat di Trento e del Veneto e Fvg hanno predisposto un documento in cui si sostengono determinate istanze per la Marmolada, che ricalcano i documenti sottoscritti in occasione dell’accordo sulla confinazione. Questo documento – prosegue Zannantonio – sarà ora discusso nelle competenti sedi del Cai e, quindi, verrà reso noto. Metterà in luce quanto di positivo realizzato in questi anni a protezione del ghiacciaio e quanto di preoccupante è previsto per il futuro». «Siamo pronti a discuterne, ma, ribadisco – insiste De Cassan – prima sollecitiamo azioni forti per riparare la strada dalle valanghe».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi