Prima notte in carcere per Galan: «Sono incazzato e mi sento tradito»

Prelevato in ambulanza dalla villa di Cinto e trasferito a Opera. Nel pomeriggio, dopo il voto favorevole all'arresto della Camera, aveva lasciato l’ospedale di Este in carrozzina. Arrestato dalla Finanza

CINTO EUGANEO. Alle 20.17 Giancarlo Galan è stato arrestato a Villa Rodella, la sua lussuosa residenza a Cinto Euganeo. La Guardia di Finanza gli ha notificato l’ordinanza di custodia cautelare per corruzione firmata il 4 giugno dal giudice delle indagini preliminari di Venezia Andrea Scaramuzza e divenuta esecutiva nel primo pomeriggio di ieri, dopo l’autorizzazione concessa dalla Camera. A prelevarlo, un’ambulanza con medico e infermieri scortata dalle vetture della polizia penitenziaria e dei carabinieri. Destinazione, il carcere milanese di Opera, dotato di un padiglione ospedaliero dove l’imputato di spicco dello scandalo Mose potrà ricevere le cure necessarie. Galan ha accolto i militari della Finanza nella stanza da letto (i medici, nel dimetterlo, gli hanno prescritto l’immobilità) e la procedura giudiziaria, avvenuta alla presenza di un difensore, è stata accompagnata dal commiato dell’arrestato dai familiari e da un’ultima visita medica accompagnata dalle prescrizioni terapeutiche. Il convoglio di auto, così, è partito alla volta del penitenziario lombardo mezz’ora dopo le 22, sotto una pioggia battente.

La mattinata di passione. Un passo indietro, alle 15.17, quando l’ex governatore veneto lascia in sordina l’ospedale di Este. «Incazzato sono, ma tanto. Ma tanto», l’unica battuta rilasciata ai pochi cronisti che hanno eluso il suo tentativo di evitare microfoni e flash. Sono passati 48 minuti da quando la Camera ha votato l’autorizzazione al suo arresto: il deputato di Forza Italia imbocca un’uscita laterale e sale sull’ambulanza che lo porterà a villa Rodella, in attesa che la magistratura gli notifichi l’ordinanza di custodia cautelare.

Soltanto la moglie accanto. Galan era ricoverato all’ospedale di Este - non senza polemiche - da sabato 12 luglio. Accolto in una delle otto camere di degenza all’Unità coronarica del reparto di Cardiologia, da tre giorni era stato trasferito nell’ala ovest di Medicina, al quarto piano. Il ricovero era arrivato in seguito alla frattura del malleolo della gamba sinistra, aggravato da una tromboflebite e dal diabete di cui l’ex ministro soffre da tempo. La seduta di Montecitorio è convocata alle 11, ma Galan decide di non seguirla. Nessun tablet, né televisore, né radio. La porta della stanza è chiusa e a tenergli compagnia c’è solo la moglie Sandra Persegato, giunta ben prima dell’orario di visita che comincia alle 12.

A metà mattina arriva anche un giovane avvocato, collaboratore di Antonio Franchini, il penalista che lo assiste insieme a Nicolò Ghedini. Via via che all’ingresso del reparto si moltiplicano e i giornalisti e le telecamere, anche l’atteggiamento degli operatori ospedalieri si irrigidisce: il primario ordina che, nonostante l’orario di visita termini alle 13.15, le porte siano chiuse al pubblico, eccezion fatta per chi ha familiari in reparto. Entrano solo il difensore Franchini e un altro collaboratore.

Le notizie da Montecitorio. Pochi minuti prima che la Camera si esprima, Franchini esce e confida: «Tra un’ora lo arrestano sicuramente. Questo non è un voto di coscienza, ma politico. Galan è teso ma è reattivo e battagliero, come sempre, e lo sarà anche dopo la sentenza». Qualche attimo dopo si apprende che il parlamentare ha già in mano la lettera di dimissioni dall’ospedale, almeno da quattro ore. Contemporaneamente, alle 14.28, arrivano il sì all’arresto da Roma e l’annuncio che Galan sarà dimesso. Mentre media e curiosi si assiepano all’ingresso principale, il politico-paziente è scortato all’uscita attraverso un percorso secondario: esce in carrozzina, la moglie lo precede con due borse e ne va autonomamente.

Lui, invece, sale su un’ambulanza del 118. «Incazzato sono, ma tanto. Con chi? Provate ad indovinare», le sue parole. Con Forza Italia, colpevole si non averlo adeguatamente difeso, soprattutto in Veneto? Con Pd e grillini che hanno fortemente voluto il suo arresto? O con l’Ulss 17 che ha firmato la lettera di dimissioni? Dice di sentirsi «tradito» e l’abbandono forzato dall’ospedale ha effettivamente un sapore strano.

Este: sorpresa e polemiche. L’Azienda sanitaria diretta dall’amico (di Galan) Giovanni Pavesi aveva rischiato la faccia concedendogli il ricovero prolungato. Ieri mattina, a poche ore dal voto romano, il quadro clinico di Galan è improvvisamente migliorato: il controllo glicemico ogni quattro ore e le terapie per le apnee notturne, secondo il parere medico, potevano essere gestite anche a casa. Ora sarà curato nell’ala ospedaliera del penitenziario di Opera.

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