Prima vittoria di Rocca Pietore nella guerra della Marmolada

Il Tar del Lazio ha deciso di riunire i quattro contenziosi Caner: «È un segno di attenzione alle nostre istanze» 

I contenziosi per i confini della Marmolada saranno discussi insieme, perché unico è l’argomento del contendere: la frontiera tra il Veneto e il Trentino. Frontiera si fa per dire, perché su altri piani la collaborazione è massima. Questo, in ogni caso, l’orientamento del Tar del Lazio. «È una prima vittoria del Veneto? Vorrei augurarmelo. Lo dico sottovoce. Quanto meno è un primo segno di attenzione verso le nostre istanze», commenta Federico Caner, assessore regionale del turismo.

Ieri a Roma si è discusso il ricorso del Comune di Canazei contro il Viminale, reo, a dire del comune fassano, di non aver confinato la frontiera fra il Trentino e il Veneto sul ghiacciaio. Una costituzione in giudizio integrata dal nuovo ricorso contro la recente decisione dell’Agenzia delle Entrate, che aggiorna il confine fissato dal Patto Galan-Dellai del 2002, ma non restituisce tutta Punta Rocca al Trentino.

L’udienza si è svolta nella prima sezione, quella presieduta dalla consigliera del Tar Germana Panzironi. Vi hanno partecipato l’avvocato feltrino Enrico Gaz, per il Comune di Rocca Pietore, e i legali della Regione Veneto, di Canazei e della Provincia di Trento. Non si è entrati, però, nel merito del ricorso dei fassani.

Da parte veneta si è ricordato che la azioni ricorrenti sono ben quattro e tutte, sostanzialmente, sullo stesso tema, per cui sarebbe inopportuno affrontarle col metodo dello spezzatino. Canazei ha contestato i confini del 2002 e poi, come abbiamo visto, quelli recenti dell’Agenzia delle entrate. Il Veneto è sceso in campo per contrastare Canazei e l’Agenzia. La società Funivie Marmolada ha fatto opposizione alla stessa Agenzia. Ieri la giudice Panzironi ha valutato che questa tesi potrebbe avere valide ragioni e ha quindi aggiornato l’udienza dopo aver consultato il presidente del Tar del Lazio.

Il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, aveva ribadito, l’altro ieri che l’obiettivo della Val Pettorina e della Regione è anzitutto quello di rimettere in sicurezza il confine del 2002, con la fascia di protezione tra i 50 ed i 70 metri, da Punta Rocca lungo la pista da sci, fino a Serauta e a proseguire. Nell’eventualità che ci siano i presupposti, da parte bellunese e veneta, la prospettiva sarebbe quella di ripristinare il confine precedente alla sentenza del Consiglio di Stato del 1980 e del Decreto Pertini del 1982 che consegnava il ghiacciaio al Veneto. «Possiamo ritenere che quello di ieri sia un primo passo verso l’auspicata valutazione complessiva della tematica», afferma l’assessore Caner, «perché è evidente che in un intreccio così complesso una decisione parziale rischia di ipotecare quelle successive».

Da parte di Canazei non manca un pizzico di delusione. Il sindaco Parmesani, dopo tante insistenze, si aspettava una qualche decisione che potesse invalidare l’atto sottoscritto dai presidenti Galan (Veneto) e Dellai (Trentino) nel 2002 e di fatto stoppare anche l’aggiornamento dell’Agenzia delle Entrate. Anche ieri Parmesani è tornato a rivendicare la trentinità della Marmolada, seppur dichiarandosi pronto a sedersi a un tavolo col Veneto per riflettere sul possibile sviluppo della Regina delle Dolomiti.

Il Tar era chiamato a pronunciarsi in merito al “silenzio-inadempimento sulla richiesta di completa e rigorosa esecuzione del Dpr 29. 5. 1982 e di provvedere pertanto, entro congruo prefiggendo termine, alla definizione del confine amministrativo tra i Comuni di Canazei (Tn) e Rocca Pietore (Bl) sul monte Marmolada, in conformità ai criteri indicati nell’ultima parte del parere del Consiglio di Stato – Sezione prima n. 18 del 7. 3. 1980 costituente parte integrante del Dpr medesimo”. Che non l’abbia subito fatto apre uno spiraglio al Veneto. D’altra parte, anche il ministero dell’Interno, in questo baillame, non ha mai intenso fissare nel ghiaccio o nella roccia i cippi di confine.

Per Canazei e Trento, fin dal decreto Pertini è il displuvio a segnare la frontiera. «Noi difenderemo fino in fondo le nostre ragioni storiche, calpestate da un accordo frettoloso firmato da Pertini che ha spalancato la porta a tutta questa diatriba» ha confermato anche ieri il governatore Luca Zaia.
 

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