Primario arrestato per tangenti, l’Usl di Padova straccia l’accordo

Messo alla porta Carlo Cetera, il ginecologo dell'ospedale di Pieve di Cadore che chiedeva soldi ai pazienti per saltare la lista d'attesa. Per il dg Adriano Cestrone: «I fatti contestati sono gravi. Ha abusato di poteri simili a quelli che volevamo conferirgli»
Il primario Carlo Cetera
Il primario Carlo Cetera

PIEVE DI CADORE. Lo ha messo alla porta ancor prima che potesse varcare la soglia dell'Usl di Padova. Il 13 dicembre scorso il direttore generale dell'azienda sanitaria della città del Santo Adriano Cestrone aveva conferito l'incarico di direttore dell'unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Piove di Sacco a Carlo Cetera: avrebbe dovuto mettere piede in reparto il prossimo due gennaio.

Ora, dopo il suo arresto a seguito dell'accusa di concussione aggravata, l'Usl 16 ha deciso di “far fuori” il ginecologo, senza concedergli alcuna via d'uscita: il manager dell'azienda sanitaria territoriale Cestrone ha firmato un documento in cui da un lato “straccia” la delibera di conferimento del primariato, dall'altro stabilisce di «ritirare e negare ogni atto di consenso di questa Usl 16 all’instaurazione di qualsivoglia rapporto di lavoro con il dottor Carlo Cetera».

La Finanza di Belluno ha stretto le manette ai polsi del ginecologo il 19 dicembre: secondo l'accusa, Cetera, nelle vesti di primario di Ginecologia dell'ospedale di Pieve di Cadore, chiedeva tangenti alle proprie pazienti in attesa di sottoporsi a trattamenti di procreazione assistita per saltare a pié pari la lista d'attesa.

Se sul fronte giudiziario procedono gli interrogatori delle coppie vittime dei presunti ricatti, sul fronte amministrativo l'Usl 16 di Padova corre ai ripari. Ha deciso di non conferire il primariato a Carlo Cetera: «I fatti contestati», scrive Cestrone, «risultano particolarmente gravi dato che, a quanto si apprende, commessi in qualità di direttore dell'unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Pieve di Cadore, abusando di poteri assimilabili a quelli che l'Usl 16 intendeva conferirgli».

Il documento firmato dal direttore generale – nel quale viene sottolineato che non è avvenuta la stipula di alcun contratto – spiega che, se anche fosse stato instaurato il rapporto di lavoro, «in ragione della misura cautelare adottata dall'autorità giudiziaria di Belluno, sarebbe seguita immediatamente e necessariamente l'applicazione di una sospensione obbligatoria del dipendente».

L'Usl 16 ha deliberato di ritirare il documento del 13 dicembre in «ragione delle mutate situazioni che avevano condotto ad una scelta ora considerata di sicuro nocumento per l'amministrazione».

Cestrone considera anche motivazioni di ordine etico e mediatico: «Qualora l'Usl 16 procedesse alla sottoscrizione del contratto di lavoro con Carlo Cetera, essa si esporebbe ad un sicuro e fortissimo pregiudizio dovuto al clamore derivante dai fatti citati, in primo luogo con riferimento alla lesione della sua immagine, nonché a prevedibili tensioni all'interno dell'unità operativa».

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