Primavera terribile per viti e foraggio

Gelo e siccità hanno messo in ginocchio il settore agricolo: ridotti del 30% la produzione vitivinicola e del 40% lo sfalcio dell’erba

BELLUNO. Perduti il 40% del primo sfalcio dell’erba e il 30% della produzione vitivinicola in provincia di Belluno. Ci hanno pensato prima la siccità e poi il gelo a compromettere l’agricoltura locale. E la situazione potrebbe anche peggiorare, se nei prossimi giorni la colonnina di mercurio dovesse tornare a scendere sotto lo zero. A lanciare l’allarme sono i presidenti di Coldiretti e Cia e gli stessi coltivatori bellunesi.

«Molte delle coltivazioni di patate sono state bruciate dal gelo nel Feltrino», precisa Hemil Dall’Asen, che dirige la Cia. «Anche la notte tra venerdì e sabato si sono registrate delle gelate. I frutteti nella zona di Ponte nelle Alpi sono stati compromessi e così pure molti dei vigneti nella parte bassa. La differenza è che, mentre le patate possono essere ripiantate, frutteti e vigneti no. I danni per queste stranezze del tempo ci sono stati, vedremo come le piante reagiranno. La produzione, comunque, sarà abbondantemente ridotta».

A risentire di più del gelo sono state le viti. Parla Enzo Guarnieri, presidente del Consorzio dei viticoltori feltrini: «Ce la siamo vista brutta nelle notti tra mercoledì e venerdì della scorsa settimana, quando le temperature si sono abbassate a livello di congelamento, cioè allo zero termico. A soffrire di meno sono stati i coltivatori che hanno i vigneti in cresta, cioè in pendenza, mentre la peggio è toccata a chi ce li ha a fondovalle. In molti hanno dovuto accendere dei fuochi tra i filari per riuscire a raggiungere una temperatura più alta. I tralci danneggiati dal freddo per quest’anno non produrranno più, si dovrà attendere il prossimo per vedere qualche risultato. Speriamo che nei prossimi giorni possa arrivare anche un po’ di sole».

Bernardo Piazza, viticoltore di Vidor con vigneti a Casteldardo prova a quantificare la perdita di produzione in un 20-30%. «Il trauma subito dalla vite dovrà essere gestito dal viticoltore e ammortizzato. Soltanto nel lontano 1957 ci sono stati danni causati dal gelo ancora più importanti di questi».

I problemi li ha creati anche la carenza di acqua. «Il primo sfalcio dell’erba che serve per il foraggio degli animali è stato scarso a causa della siccità che ha bloccato la crescita dell’erba. Possiamo considerare una perdita del 30-40% del raccolto, speriamo che con un po’ di caldo e di pioggia il secondo taglio possa essere più abbondante per evitare ulteriori spese alle aziende agricole. Ogni anno, infatti, ci troviamo a fare i conti con anomalie climatiche che rischiano di atterrare il comparto. Erano anni che non si vedeva una situazione del genere», conclude Dall’Asen che si dice molto preoccupato.

Dello stesso avviso il presidente di Coldiretti, Silvano Dal Paos. «Gelate e siccità hanno interessato la provincia a macchia di leopardo, quindi capire con esattezza quali e quanti sono stati i danni è ancora prematuro, ma ci sono coltivatori che si trovano in difficoltà. La siccità ha indebolito le piante e poi il gelo ha dato il colpo finale. Vista l’intenzione della Regione di chiedere al ministero dell’Agricoltura lo stato di calamità, è necessario fare la conta dei danni, così da avere un sostegno economico. La cosa migliore da fare», prosegue Dal Paos, «è quella di pagare un’assicurazione. Non ha costi elevati e può rappresentare un aiuto importante per quegli imprenditori che sempre di più sono sotto scacco di un meteo inclemente».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi