Primo giorno di lavoro alla ex Acc, sotto la guida dei cinesi

I dipendenti sperano che i cinesi abbiamo capito le motivazioni dello sciopero di domani, non contro di loro ma contro il governo

Mani in tasca, occhiali, aria un po’ spaesata e dimessa, anche se attenta. Nel suo completo grigio, Wu Beming, l’amministratore unico di Italia Wanbao Acc si aggira per tutto lo stabilimento zumellese all’indomani del passaggio definitivo di proprietà al gruppo cinese. A dargli man forte sono arrivati anche altri due colleghi.

Mister Wu. Sfidando le temperature di un inverno bellunese non ancora troppo rigido, quello che per tutti è diventato ormai solo “mister Wu” attraversa l’intero piazzale interno della fabbrica e giunge a passo lento, ma deciso all’esterno per controllare di persona a che punto è l’installazione della nuova insegna che, insieme con la bandiera della Repubblica popolare cinese, ormai ha soppiantato i vecchi “cimeli” della ormai “defunta”Acc. Ed è qui che lo incontriamo, insolitamente non accompagnato dalla sua interprete che lo segue da oltre un mese in questa sua esperienza dolomitica. Proviamo a rivolgergli qualche domanda. In un inglese che risente molto dell’accento cinese ci spiega che lunedì arriveranno i “grandi capi” della Wanbao direttamente da Canton per l’inaugurazione ufficiale dello stabilimento. Poi, dopo aver guardato per l’ultima volta la nuova insegna, rientra dentro il recinto di Italia Wanbao Acc e risale nel suo ufficio, un open space con tante finestre da cui può controllare quello che succede.

Le preoccupazioni dei lavoratori. Ma prima di lunedì, già oggi l’amministratore unico incontrerà i lavoratori che su questa riunione riversano molte aspettative, sentendo molto forte la difficoltà nel comunicare con mister Wu a causa della lingua. D’altra parte, l’unico referente del personale della vecchia Acc non è passato nella società italo-cinese, rimanendo in capo, insieme ad altri dipendenti, alla società in liquidazione. «Ora non sappiamo con chi confrontarci e risolvere alcune questioni», dice la rsu Fiom Cgil, Nadia De Bastiani. E sarà difficile anche spiegare a mister Wu che, a due giorni dal suo insediamento, ci sarà uno sciopero di otto ore, indetto contro le manovre economiche del governo Renzi. «Speriamo che l’interprete abbia fatto capire all’amministratore unico che questa astensione dal lavoro non è contro Wanbao», dicono i lavoratori. E poi ci sarà da risolvere la questione relativa alla chiusura natalizia. Di certo non si può pensare che lo stabilimento segua uno stop di due settimane come avveniva tempo fa, anche perché la nuova proprietà ha tutta l’intenzione a recuperare il tempo perso e fare profitto al più presto. Già da ieri, infatti, si è iniziato a lavorare su due turni e per alcuni reparti anche su tre. E presto saranno pagati la tredicesima e parte dello stipendio di dicembre 2013 che mancavano all’appello.

Resta l’incognita su chi prenderà il posto dei quadri rimasti in capo ad Acc. E secondo voci di corridoio, pare saranno degli avvocati a gestire questa parte dell’attività aziendale, come è accaduto anche per tutta la partita della compravendita visto il diritto societario e del lavoro diverso rispetto alla Cina.

Il primo giorno con Wanbao. Intanto, il clima nel primo giorno di lavoro con la nuova società è «normale, un giorno come un altro», dice Luca, uno dei 300 dipendenti che secondo l’accordo sindacale, sono passati subito con la nuova proprietà. Anche se poi, andando più a fondo, i lavoratori ammettono che «c’è un po’ più di serenità rispetto a qualche settimana fa», riferisce Luciano a cui fa eco un gruppo di lavoratrici: «L’abbiamo sudata, dopo 10 anni che si stava a casa, oggi finalmente si lavora». Il pensiero resta non solo ai 155 operai che dovranno attendere un anno per rientrare al lavoro ma anche a cosa succederà adesso, a cosa cambierà. E se ieri tutto è filato liscio, il giorno prima i 300 “fortunati” sono rimasti dalle 11 fino alle 21 in fabbrica per firmare il nuovo contratto di lavoro. Hanno dovuto attendere che fosse siglato l’acquisto a Milano e poi, via mail, ad uno ad uno sono arrivati i singoli contratti.

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