Problemi neuropsichiatrici allarme rosso tra i ragazzi
Negli ultimi quattro anni il numero dei malati dagli 11 ai 18 anniè raddoppiato passando da 248 a 501. Il dirigente dell’Usl Arrigoni: «Situazioni famigliari pesanti»

BAMBINO SI NASCONDE DA UOMO ADULTO..FOTO DI © CARLO LANNUTTI/AG.SINTESI
BELLUNO. Ragazzi sempre più fragili e problematici. È allarme rosso nel distretto socio-sanitario di Belluno. In quattro anni, infatti, il numero di ragazzi dagli 11 anni in su con problemi neuropsichiatrici sono più che raddoppiati.
Se nel 2012 quelli in cura ai Servizi dell’età evolutiva erano 248, l’anno scorso sono saliti a 501. L’incremento maggiore si ha avuto tra i maschi (+110%), ma non è da sottovalutare nemmeno l’aumento tra le ragazze (+89%). Ad essere colpiti maggiormente da questo disagio psicologico sono i ragazzi e le ragazze dai 15 anni in su (over 18enni). E la cosa preoccupa non poco visto che molti di questi ragazzi vengono da famiglie con disagi e da storie anche di abusi e maltrattamenti. E intanto le risorse per i servizi che li curano diminuiscono sempre di più.
«Stiamo assistendo ad un aumento che riguarda, soprattutto, la gravità delle patologie presentate dai minori affetti da disturbi neuropsichiatrici», interviene a spiegare la situazione la direttrice del Dipartimento Infanzia, adolescenza dell’Usl 1, Maria Arrigoni. «Mai come in questo periodo siamo dovuti intervenire per situazioni di minori che compiono gravi atti lesivi nei confronti di se stessi e degli altri o con disturbi comportamentali o condotte devianti o con associazione di questi comportamenti disfunzionali».
La causa prevalente di queste patologie «è il diffuso disagio sociale e la disgregazione delle famiglie. Esiste, infatti, una correlazione del problema con il tipo di situazione familiare in cui vivono i ragazzi. Sono soprattutto i giovani con famiglie multiproblematiche alle spalle ad accusare i colpi maggiori a livello psicologico. Inoltre, nel 2016 il Servizio Tutela minori dell’Usl ha seguito 83 famiglie con figli minori (da 0 a 17anni) con esperienze di abuso e maltrattamento. E di questi 51 sono oggi seguiti dal Servizio dell’età evolutiva».
Il problema è diffuso in tutto il distretto di Belluno (Valbelluna, Alpago, Cadore, Comelico). E i primi segnali di disagio vengono captati per lo più dalla scuola, oltre che dalle strutture sanitarie (come il pronto soccorso) dove il ragazzo arriva dopo azioni autolesive. «La patologia neuropsichiatrica può manifestarsi in ogni momento», prosegue Arrigoni, «ma l’utenza più numerosa si colloca nella fascia tra i 6 e i 10 anni, in quanto il problema emerge soprattutto con l’ingresso nella scuola elementare perché il confronto con i pari diventa significativo per i genitori e perché da quel momento in poi la scuola lo segnala. E quindi viene intercettato dai servizi, che provvedono ad iniziare il loro percorso. E non è escluso che il problema, talvolta, sia legato anche all’abuso di sostanze». L’Usl, dal canto suo, interviene erogando «gli interventi sanitari necessari e garantendo la protezione e tutela dei minori anche per delega dei comuni. A fronte di questo, il ruolo delle famiglie, nei confronti di questi disagi, invece, è di chiedere aiuto, e di collaborare con i servizi nella presa in carico dei figli».
Ma ultimamente anche l’azienda sanitaria si trova a fare i conti con la carenza di risorse economiche. «Le nostre azioni sono dettate dalle risorse disponibili, secondo quanto previsto dai Lea (Livelli Essenziali di Assistenza). Gli interventi di diagnosi e cura dei disturbi neuropsichiatrici vengono garantiti dai Servizi dell’età evolutiva che, secondo il bisogno coinvolge il Consultorio familiare, il Servizio tutela minori, il Servizio integrazione scolastica e sociale, il Servizio delle dipendenze. Insomma, tramite un approccio multi disciplinare». Molto spesso i ragazzi durante la terapia vengono ricoverati anche in strutture che «sono a carico della sanità, in quanto rientrano nei Livelli essenziali di assistenza. Ma ugualmente il comune può chiedere alle famiglie di compartecipare alla spesa».
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