Procedura di mobilità al Codivilla Putti di Cortina, è saltato l’accordo
CORTINA. Salta la firma sull’accordo per la mobilità dei 101 lavoratori della società Codivilla Putti spa di Cortina.
Questo l’esito dell’incontro di ieri pomeriggio tra le parti sociali Fp Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica e gli avvocati della società cortinese in capo alla quale sono i lavoratori.
Ora la partita si giocherà giovedì negli uffici della Provincia dove si dovrà firmare la conciliazione.
Lo strappo è avvenuto ieri nel corso dell’incontro sindacale che per la Cisl e Uil doveva essere una formalità, «in quanto le condizioni che hanno portato al licenziamento dei lavoratori sono sempre le stesse, vale a dire la fine della sperimentazione e la chiusura della società mista», precisano Fabio Zuglian e Gino Comacchio, segretari di Fp Cisl e Uil.
Ma non è stato così. Infatti i due sindacalisti sono arrivati portando l’accordo siglato martedì con la Regione, senza la presenza della categoria della Cgil, accordo che è diventato già norma, visto che è stato recepito dalla giunta veneta.
L’accordo prevede che «i dipendenti al 30 aprile verranno assunti direttamente dall’agenzia interinale alle stesse condizioni e agli stessi livelli di inquadramento e con le stesse prerogative che avevano con la società Codivilla spa», precisa Zuglian, «e ci rimarranno per il tempo necessario affinchè l’Oras li possa poi assumere a sua volta a tempo indeterminato. Inoltre nel documento è previsto che anche il privato che subentrerà con la gara europea dovrà assumere tutto il personale».
Inoltre, con questo documento si dà la possibilità ad Oras di assumere in deroga alla normativa del 20% per il personale interinale.
«A noi è sembrato un accordo favorevole per i dipendenti e lo abbiamo siglato», aggiunge anche Comacchio.
Oltre al fatto che dell’intesa la Fp Cgil non sapeva nulla – e ora dovrà capire se non è stata invitata a firmare o se è sfuggita alla vista la mail di invito al tavolo veneto – l’accordo non è piaciuto né al sindacato escluso né agli avvocati della società, che hanno deciso, quindi, di non sottoscriverlo.
Gli avvocati della parte privata, infatti, avevano il mandato di firmare soltanto se c’erano, a loro dire, le garanzie per confermare tutti i posti di lavoro.
Garanzie che non hanno, quindi, evidenziato.
«Non ci sono garanzie certe», commenta Gianluigi Della Giacoma, segretario della Fp Cgil. «Se questo documento non sarà emendato e modificato così da dare sicurezza ai lavoratori, noi come Funzione pubblica della Cgil non lo firmeremo nemmeno giovedì prossimo».
Ma cosa dovrebbe essere cambiato per Della Giacoma? «Per noi il problema vero è il contratto regionale che non dà piena garanzia occupazionale: i lavoratori sono assunti per 5 mesi prorogabili dalle agenzie interinali su mandato dell’Oras. Ma dopo questi 5 mesi non sappiamo se ne serviranno ancora e cosa succederà. E la struttura sarà ancora in piedi? Vogliamo maggiori rassicurazioni, messe nero su bianco».
Per la Cisl e Uil, invece, le garanzie ci sono «e sono state messe nero su bianco. Dispiace vedere che i colleghi della Cgil abbiano voluto solo criticare, senza proporre alcuna alternativa e ora non abbiano voluto firmare mettendo in difficoltà proprio i lavoratori. Infatti, se la procedura fosse stata siglata ieri, già da lunedì i dipendenti avrebbero potuto preparare le carte per il licenziamento ed essere pronti tranquillamente per il 30 aprile per fare il passaggio all’agenzia interinale. In questo caso, invece, si rischia di far slittare la mobilità, non rendendo disponibile il personale alla fine della sperimentazione. E questo non è certo fare il bene dei lavoratori. Questa soluzione è la migliore possibile visto che comunque il quadro resta, ad ora, quello della chiusura della sperimentazione».
«Se anche, poi», concludono Zuglian e Comacchio, «il giudice civile dovesse decretare la sospensiva alla delibera regionale, l’accordo decadrebbe in maniera autonoma perché verrebbero meno le cause per cui è stato firmato, cioè la fine dell’attività della società mista».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi