Processo Scout speed «Vogliamo chiarezza»

Feltre. Ieri ha preso il via il dibattimento d’appello in tribunale a Belluno che vede contrapposti l’amministrazione e un automobilista trevigiano
Di Valentina Voi
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' DI PIAVE - AUTO DELLA POLIZIA LOCALE EQUIPAGGIATA CON SISTEMA "SCOUT SPEED" PER .RILEVAMENTO INFRAZIONI
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' DI PIAVE - AUTO DELLA POLIZIA LOCALE EQUIPAGGIATA CON SISTEMA "SCOUT SPEED" PER .RILEVAMENTO INFRAZIONI

FELTRE. Si è aperto ieri in Tribunale a Belluno il processo d’appello per la vicenda “scout speed” che vede contrapposti un cittadino trevigiano, sanzionato mentre era di passaggio nel Bellunese, e il Comune di Feltre. L’automobilista e l’amministrazione feltrina si erano già incontrati di fronte al giudice di pace, che ha dato ragione al ricorrente. Ieri ha preso il via il processo d’appello, che è stato rinviato al 27 settembre.

Il primo passaggio nelle aule della giustizia risale ad alcuni mesi fa. L’automobilista trevigiano, difeso dall’avvocato Fabio Capraro, si era rivolto al giudice di pace impugnando una sanzione amministrativa che è diventata carta straccia. Stava guidando un’auto “pizzicata” oltre il limite di velocità grazie al sistema Scout speed, un apparecchio omologato dal ministero della Infrastrutture e dei trasporti che consente di rilevare le infrazioni, misurando la velocità anche dei veicoli che arrivano in senso contrario rispetto ai vigili urbani.

Il ricorso sul velox nell’auto di servizio si basava su sei punti: rilevazione con un’apparecchiatura non sottoposta a verifica periodica di funzionalità e taratura; mancata dimostrazione e carenza della corretta funzionalità del dispositivo; nullità per manifesta lesione dell’articolo 3 della Costituzione (i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge); la tenuità del fatto; la mancata segnalazione della postazione e l’illegittima rilevazione frontale della presunta infrazione.

Il Comune di Feltre, difeso dall’avvocato Ferdinando Coppa, vuole andare a fondo della questione. «Abbiamo impugnato la sentenza che dava ragione all’automobilista non per colpire il singolo cittadino ma per capire se si può continuare ad usare lo strumento» spiega l’avvocato Coppa, «lo scopo primario è fare chiarezza».

Un processo sul quale sono puntati i riflettori perché potrebbe “fare giurisprudenza” portando anche altri automobilisti al ricorso.

L’udienza di ieri, alla quale ha partecipato l’avvocato Elisa Danieli in sostituzione dell’avvocato Capraro, è servita a compiere alcune azioni preliminari al dibattimento. L’attività istruttoria è stata già svolta in primo grado, c’è tempo fino al 20 settembre per il deposito di note conclusive. Il giudice ha fissato l’udienza di discussione per il 27 settembre.

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