Procond, si spera nella vendita di un ramo aziendale
LONGARONE. «L’unica speranza è che la vendita di un ramo dell’azienda bolognese, di cui si parlava da qualche tempo ma le cui trattative si sono poi arenate, possa ora andare in porto così da dare un po’ di respiro al gruppo e mettere in salvo i posti di lavoro». I lavoratori della Procond di Longarone sono comprensibilmente preoccupati per il futuro dello stabilimento dopo che mercoledì al Ministero dello Sviluppo economico, i vertici del gruppo Selcom hanno evidenziato uno stato debitorio nei confronti di banche e fornitori pari a 136 milioni di euro che rischia di far chiudere le fabbriche.
«Già l’anno scorso ci avevano detto che c’era un po’ di crisi finanziaria per cui ci avevano tolto alcuni premi, da quello di produzione a quello di risultato fino a quello per le presenze», dicono le rsu di Fiom e Fim, sottolineando che «successivamente abbiamo anche sottoscritto un accordo interno per cui al posto di quei 1.500 euro annui ce ne sarà uno con valenza biennale di 250 euro (nel 2017 e nel 2018) in buoni spesa o benzina».
Ma ora l’impossibilità per l’azienda di depositare il bilancio sta mettendo in gioco il futuro della produzione. «La cosa paradossale è che abbiamo lavoro, abbiamo ordini», dicono i rappresentanti sindacali. «I dipendenti continuano a lavorare, come è giusto che sia, per accontentare i clienti e quindi ottenere liquidità da girare a fornitori e banche. E si lavora con la speranza che tutto possa risolversi nel modo migliore, soprattutto per quanto riguarda i posti di lavoro».
Il clima è di attesa, anche se i 290 addetti sanno già che, per questo mese, lo stipendio arriverà in due tranche. Intanto domani è previsto l’incontro in Prefettura a Belluno mentre entro metà settimana l’azienda dovrà presentare il bilancio e dire se riuscirà a recuperare parte dei soldi per coprire il debito. Poi venerdì ci sarà l’incontro al Ministero. Qui si deciderà se l’azienda dovrà portare i libri contabili in tribunale avviando così il commissariamento, oppure se le pressioni degli enti istituzionali avranno ottenuto una proroga sul pagamento del debito. (p.d.a.)
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