Procond, si va verso l'affitto dell'azienda

Un'azienda italiana sarebbe interessata, si fa il nome della De Longhi. I termini dell’operazione saranno chiariti mercoledì a Roma. I sindacati temono la divisione dei tre stabilimenti e la perdita di professionalità
Longarone, 28 aprile 2005, procond elettronica
Longarone, 28 aprile 2005, procond elettronica

LONGARONE. C’è un’azienda italiana (da indiscrezioni sembra trattarsi della De Longhi) fortemente interessata ad affittare o a ad acquisire la Procond di Longarone. La notizia è stata comunicata ieri durante il tavolo al ministero dello Sviluppo economico, organizzato per mettere a confronto i vertici di Selcom (il gruppo che riunisce i tre stabilimenti di Longarone, Bologna e Palermo), gli esponenti sindacali di categoria e i rappresentanti delle Regioni.

La proposta di affitto ad oggi sembra sufficientemente certa, ma i suoi contorni potranno essere precisati meglio in sede locale, prima di tornare al Ministero, dove per mercoledì prossimo è stato già fissato un vertice per discutere della situazione longaronese.

In generale, se da un lato è naufragata l’ipotesi di cessione di un ramo di azienda della Selcom di Bologna ai “vecchi” potenziali acquirenti, dall’altro è emerso l’interesse di imprenditori italiani ed esteri (ma anche del fondo americano San Capital) a rilevare in affitto rami delle altre imprese del gruppo.

Intanto, il consiglio di amministrazione della società, che avrebbe dovuto riunirsi l’altro ieri per approvare il bilancio, è stato rinviato; entro la fine di settembre, sindaci revisori e società prepareranno il documento da depositare agli organi competenti per avviare la procedura concorsuale. Difficile capire a cosa porterà questa manovra, visto che sono molte le strade che potrebbero aprirsi. Su un punto, però, le parti sociali sono ferme: «L’importante», sottolineano, «è che venga mantenuta la clientela e che sia data la continuità alle forniture».

Resta però il timore, che alla fine si arrivi alla divisione dei tre stabilimenti, «uno spezzatino che rischierebbe di mettere in crisi la salvaguardia del patrimonio industriale e i livelli occupazionali», dicono i sindacati.

Per quel che riguarda il gruppo Selcom, si parla di un cambio ai vertici amministrativi. Il gruppo ha alle sue dipendenze 770 dipendenti: 290 a Longarone, 360 nel Bolognese e 110 a Palermo, oltre ai 10 di Milano. La situazione è precipitata all’inizio di settembre, quando l’azienda ha comunicato al ministero di avere un debito nei confronti di banche, fornitori e Stato per 136 milioni di euro. Una notizia che ha messo in fibrillazione i dipendenti dei tre stabilimenti, le parti sociali e le istituzioni a tutti i livelli, tutti al lavoro per cercare una soluzione che non vada a colpire i soliti lavoratori.

In queste settimane, quindi, sotto lo sguardo vigile del ministero, si delineeranno tutti i passaggi necessari per risolvere la vicenda senza troppi scossoni. A fine settembre si tornerà a Roma per fare il punto della situazione.

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