Procond: sindacati, rsu e sindaci dal Prefetto

Oggi il primo cittadino di Longarone è a Roma e incontrerà i vertici ministeriali C’è anche un gruppo finanziario americano interessato ad entrare in società
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. La crisi finanziaria della Procond di Longarone finisce sul tavolo del Prefetto di Belluno, Francesco Esposito.

Ieri pomeriggio i segretari di Fiom Cgil Luca Zuccolotto, della Fim Cisl Bruno Deola, il segretario aggiunto della Cisl, Rudy Roffaré, le rsu, la referente provinciale per il lavoro Silvia Tormen con la dirigente Gabriella Faoro e il sindaco di Longarone, Roberto Padrin sono stati ricevuti dall’esponente del governo.

La situazione della società era stata evidenziata dallo stesso gruppo Selcom di cui fa parte lo stabilimento longaronese ancora la settimana scorsa al Ministero dello Sviluppo economico. E questa analisi è stata portata all’attenzione del prefetto, il quale si è detto pronto ad attivarsi con il Governo per risolvere la vicenda.

Nel frattempo, il primo cittadino longaronese oggi sarà a Roma dove farà una visita al ministero per «cercare una strada da percorrere per far uscire dall’impasse l’azienda. Ricordiamo», prosegue Padrin, «che la Procond era presente nel Bellunese prima della tragedia del Vajont ed è stata tra le primissime a partire dopo. Non ha mai fatto in tutti questi anni cassa integrazione», e da quanto è stato detto dai vertici aziendali direttamente al Ministero, «il problema attuale è tutto finanziario. Perché il mercato nel settore dell’elettronica è buono, i clienti ci sono e anche importanti e così pure gli ordini. Quindi se riusciamo a risolvere questo problema con le banche, soprattutto, possiamo risolvere le criticità», sottolinea anche l’assessore provinciale Tormen.

Intanto, tra oggi e domani Procond dovrebbe depositare il bilancio, ma se non riuscisse a coprire il debito che ha nei confronti di Stato, istituti di credito e fornitori pari a 136 milioni di euro, i sindaci del collegio sindacale sarebbero costretti a portare i libri contabili in tribunale. Ed è proprio questo che sindacati, amministratori e Mise stanno cercando di evitare in queste ore.

L’obiettivo, quindi, è riuscire a dilazionare il debito e magari recuperare la vendita del ramo di azienda di Bologna, vendita che era stata prospettata, ma non portata a termine proprio per i problemi finanziari. Ci sarebbe, poi, all’orizzonte anche un gruppo finanziario americano interessato ad entrare come socio nella Selcom e questo potrebbe portare nuova liquidità oltre che eventualmente una nuova dirigenza.

«L’incontro è stato positivo», commentano Zuccolotto e Deola, «perché su questa vicenda non c’è solo solidarietà ma anche coinvolgimento del territorio come ha dimostrato il Prefetto. Ora non resta che lavorare con le banche anche tramite il Ministero, mentre vanno tranquillizzati i lavoratori e i clienti perché il lavoro c’è e la qualità del prodotto non sarà toccata».

Sulla vicenda, intanto, è stata presentata un’interrogazione al sindaco Pardin, da parte del gruppo consiliare “Longarone Castellavazzo una Comunità” in cui si evidenzia che «siamo di fronte a una crisi grave e ingiustificata che interessa un’azienda che ha una notevole importanza per la sua storia e per i molto occupati residenti nel Longaronese tanto che un’eventuale crisi occupazionale potrebbe avere gravi effetti su molte famiglie locali». Per cui si chiede, ripercorrendo la storia dello stabilimento, che l’amministrazione abbia «un atteggiamento attivo per l’organizzazione di tavoli per risolvere la crisi della fabbrica».

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