Procreazione assistita arriva un medico esterno

Pieve. Per evitare la riduzione del servizio a causa della carenza di ginecologi l’Usl 1 individua nel dottor La Verde il supporto per seguire l’attività fino all’estate
Di Paola Dall’anese

PIEVE DI CADORE. La carenza di ginecologi rischia di far saltare il servizio di Procreazione medicalmente assistita (Pma) dell’ospedale di Pieve di Cadore. E così l’Usl deve ricorrere all’acquisizione di prestazioni esterne.

Dopo la sospensione dell’attività del punto nascite cadorino, l’Usl avrebbe dovuto fermare, proprio per la mancanza di ginecologi, anche il servizio che rappresenta un punto di riferimento provinciale, rilanciato anni fa dal primario Lo Re, che lo aveva reso indipendente da strutture esterne, formando del personale ad hoc per questa attività. Ad oggi, però, è rimasto soltanto un professionista, il primario facente funzioni, a garantire l’attività: troppo poco per riuscire a garantire i delicati cicli della Procreazione medicalmente assistita.

Già a settembre il direttore dell’unità operativa di Ginecologia, Geremia Russo, aveva evidenziato alla direzione generale la necessità di reperire un altro medico almeno fino al 31 luglio 2017, quando dovrebbe rientrare il collega attualmente assente. E così, tramite una procedura negoziata, «l’Usl è riuscita a individuare nel medico Eugenio La Verde di Napoli il supporto utile per garantire la prosecuzione dell’attività», sottolinea il direttore sanitario Giovanni Pittoni. «Vogliamo garantire senza soluzione di continuità un servizio importante per il territorio, in attesa che rientri il medico che era già formato».

A dire la verità erano due i candidati che si erano presentati, ma uno di questi è stato escluso per aver presentato in ritardo la documentazione necessaria.

Quest’anno la Procreazione medicalmente assistita ha visto l’attuazione di cinque cicli, «ma il prossimo anno sono già in lista venti coppie e grazie a loro i cicli attivati saranno sei», spiega il direttore medico degli ospedali dell’Usl 1, Raffaele Zanella, che poi sottolinea: «Per il dottor Russo, dovendo anche organizzare l’intera attività dei reparti, continuare da solo era diventato pesante e così era diventato fondamentale trovare qualcuno di comprovata competenza in grado di potergli dare una mano».

Il nuovo professionista è stato incaricato di seguire le venti coppie che sono già in lista di attesa e che dovranno sottoporsi ai cicli di terapia. Il suo incarico avrà un costo per l’azienda sanitaria di 105 mila euro. Ma non è finita qui, visto che l’azienda di via Feltre ha previsto, nel contratto del medico, anche un’opzione per ulteriori quaranta coppie, stabilendo quindi il valore massimo complessivo di 170 mila euro.

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