Produzione in calo, 33 le “nuove” crisi

Il presidente Cappellaro: «Il momento difficile è evidente, ma è in questi momenti che l’imprenditore aguzza l’ingegno»
Di Martina Reolon
Presentazione del neo eletto presidente di assindustria Giandomenico Cappellaro
Presentazione del neo eletto presidente di assindustria Giandomenico Cappellaro

BELLUNO. Certezze non ce ne sono. Previsioni è difficile farne. Quel che è certo è che il 2012 è stato un anno negativo per l’economia bellunese. Anche se le cose sono andate un po’ meglio rispetto alle medie regionali e nazionali.

Ieri mattina il presidente di Confindustria Belluno Gian Domenico Cappellaro ha tracciato il bilancio dell’anno che sta per terminare. «Ci troviamo alla fine dell’anno in un contesto in cui è difficile fare il punto della situazione», ha sottolineato. «Elencare numeri negativi e basta non ha senso. Quello che voglio è anche lanciare dei messaggi di speranza, dicendo che “noi non moriamo”».

Produzione industriale in calo. I dati, però, sono preoccupanti: secondo le rilevazioni effettuate dalla Fondazione Nord Est per conto di Confindustria Belluno, nei primi nove mesi del 2012 dicono che la produzione industriale in provincia è diminuita del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A soffrire di più sono le aziende di piccole dimensioni, fino a 9-10 dipendenti, che hanno perso oltre il 9%. Il settore più in difficoltà è quello del legno (-7,1%), seguito da chimica e materie plastiche (-6,2%) e dal comparto metalmeccanico.

«Quello che ci preoccupa molto», hanno evidenziato Cappellaro e il direttore di Confindustria Belluno Marco Melchiori, «è l’elevato calo di consumi delle famiglie. I numeri nazionali dicono che nel 2013 la situazione non migliorerà. Forse dal 2014 potrà esserci un’inversione di tendenza. In provincia di Belluno non sarà molto diverso».

Trentatre aperture di crisi. E l’occupazione? Nell’industria manifatturiera bellunese nei primi nove mesi di quest’anno è diminuita del 3,3%, in tutti i comparti produttivi. Secondo dati forniti da Veneto Lavoro, tra gennaio e ottobre 2012 le procedure di crisi aziendali aperte in provincia sono state 33, nove in più rispetto al 2011, con 496 lavoratori coinvolti (contro i 228 dell’anno scorso). Per quanto riguarda il ricorso alla cassa integrazione, nei primi dieci mesi 2012 le richieste delle aziende manifatturiere, industriali e artigiane, sono aumentate del 91,7%, precisamente +165% di Cig ordinaria, +43,8% quella in deroga e +25,2% la straordinaria.

«Sono numeri però da prendere con le pinze», hanno precisato da Confindustria. «L’abitudine delle nostre aziende è quella di fare la richiesta in via preventiva. Poi, un conto sono queste richieste, un conto sono le ore effettivamente utilizzate, che ammontano a circa il 10-11%».

Bene le esportazioni. A consolare un quadro piuttosto grigio sono le esportazioni, aumentate nel 2012 del 6,1%, contro l’1,5% regionale e il 3,5% nazionale. E a registrare risultati migliori dal punto di vista della produzione sono l’occhialeria (che ha visto 9 casi di nuove aperture aziendali), il tessile-abbigliamento e l’alimentare.

Edilizia in stallo. Sta parecchio male, invece, il comparto edilizio. «Le imprese bellunesi e italiane in generale», ha commentato Melchiori, «si rivolgono al mercato interno. E visto che questo è bloccato non può che esserci uno stallo anche per l’edilizia, a causa delle scarse disponibilità economiche delle persone e della difficoltà con cui le banche danno credito».

Previsioni per il 2013. E su come sarà il 2013 non si può ancora prevedere molto. «L’imprenditore, oggi come oggi, ha nel suo vivere quotidiano l’azienda e il mantenerla in vita», ha affermato Cappellaro. «Mettiamo tutto quanto è nelle nostre capacità. Poi l’obiettivo da raggiungere non dipende solo da noi. Sta di fatto che non ci piangiamo addosso. Ed è nei momenti di difficoltà che l’ingegno si aguzza e sprona l’azienda: gli imprenditori bellunesi lo sanno benissimo. Questa è la nostra speranza».

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