Profilassi anti meningite per parenti e sanitari
FALCADE. È scattata la profilassi per i familiari più stretti ma anche per il personale sanitario degli ospedali di Agordo e di Belluno entrato a contatto con il piccolo che sabato è stato portato d’urgenza al pronto soccorso con una sospetta meningite e ora è ricoverato all’ospedale di Padova.
Il bambino di appena tre anni, in vacanza a Falcade con i familiari, proviene da Alessandria e attualmente si trova ricoverato nella “terapia d’urgenza” della pediatria di Padova. La sua situazione viene definita sotto controllo, tanto che non è stato ricoverato in “terapia intensiva”, e dal nosocomio padovano si sottolinea come non sia mai stato in pericolo di vita. L’infezione non è comunque da meningococco di tipo C.
Intanto, comunque, ad Agordo e a Belluno il dipartimento di prevenzione dell’Usl ha fatto scattare la profilassi, che consiste nel far assumere delle pasticche di antibiotici alle persone entrate più strettamente a contatto con il piccolo paziente.
Oltre ai genitori, alla sorella e ai nonni che erano con lui a Falcade in vacanza sulla neve, quindi, sono stati contattati e sottoposti alla profilassi i medici e gli infermieri di Agordo e di Belluno e il personale dell’ambulanza che si sono occupati del piccolo paziente durante i primi accertamenti ad Agordo, nel trasferimento al San Martino di Belluno e quindi nel successivo trasporto a Padova, l’ospedale che fa da “hub” regionale per la pediatria. Una somministrazione di antibiotici, insomma, fatta per scongiurare problemi nel caso il batterio responsabile della meningite si fosse trasmesso durante i passaggi in ospedale del piccolo.
Solo pochi giorni fa una vicenda analoga aveva portato al ricovero in terapia intensiva a Treviso di una 57enne di Cortina colpita da meningite da pneumococco, forma batterica e quindi non contagiosa, ma non meno grave, della meningite.
Mentre stava sciando sulle piste ampezzane, la donna era caduta riportando un trauma alla schiena. Per questo era stata condotta all’ospedale di Belluno in elicottero e sottoposta ad accertamenti. Le sue condizioni si erano però aggravate ed era stato deciso quindi il trasferimento a Treviso con sintomi come febbre alta, malessere, rigidità dei muscoli della nuca.
La terapia antibiotica aveva fatto comunque subito migliorare le condizioni della donna ampezzana.
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