Profughi, da Feltre bacchettate ai sindaci che non collaborano

L’assessore Pelosio: «Emergenza non più sostenibile se l’ospitalità non è gestita da ogni Comune» Migranti estranei all’accattonaggio: «A chiedere soldi sono persone che arrivano dalla pianura»

FELTRE. «La gestione dell’emergenza profughi non è più sostenibile se non si approda a un sistema strutturato, modello Sprar, che distribuisce l’accoglienza in base ai numeri stabiliti per ciascuna realtà comunale della provincia».

L’assessore alle politiche sociali Giovanni Pelosio, invitato dalla segretaria del Pd, Lidia Maoret , nella sede di via Vecellio per il primo di una serie di incontri conoscitivi sui problemi di oggi e di domani, lo ha detto, sia pure con la pacatezza che gli è consueta: «La situazione resta immodificata, per le due città più grandi della provincia, fino a quando non si troverà la strada più semplice da percorrere, quella dello Sprar secondo il modello dell’ospitalità diffusa, cogestito da ogni singolo comune. A Feltre vi è l’alta concentrazione di 160 richiedenti asilo, mentre altrove più di un sindaco fa resistenze, pregiudicando in tal modo il sistema solidale, di collaborazione fra i Comuni del Feltrino, che fino a oggi ha consentito di evitare espropri e requisizioni da parte dello Stato».

Il pensiero dell’assessore, dei rappresentanti del Pd e del pubblico che ha partecipato all’incontro, oltre che al presente è andato al futuro, e nemmeno tanto lontano. «Cosa facciamo se vengono destinati alla nostra provincia, in regime di emergenza, altri migranti?», si è posto l’interrogativo critico.

A Feltre non si sarebbe dovuta superare quota 100 e si è a 160, ha ribadito l’assessore. In una cornice, gli hanno fatto eco i consiglieri comunali Marcello Malacarne e Alessandro Del Bianco, dove la diffidenza e l’ostilità nei confronti degli ospiti restano molto alte.

Al punto da fare di tutta un’erba un fascio e assimilare i mendicanti che si riversano sulle piazze di Feltre ai richiedenti asilo delle cooperative.

«Abbiamo verificato che le persone che chiedono con insistenza soldi alla gente sono estranee ai gruppi di migranti ospitati nelle strutture di Feltre», ha ribadito l’assessore Pelosio. «Sono persone che arrivano dalla pianura con un pullmino proprio allo scopo di questuare».

Per Feltre e Belluno come Comune capofila sarà presentato entro i termini previsti il progetto Sprar, ha assicurato Pelosio. «Si tratta di un modello che non si discosta di molto dall’accoglienza diffusa fatta da consorzi e cooperative per i nostri territori. Ma a differenza di ora, con il nuovo sistema è previsto anche l’inserimento lavorativo, che significa coinvolgimento costante dei migranti in attività di volontariato a favore delle rispettive comunità».

Una cosa è certa, ed è stata ribadita nel corso della riunione Pd: fino ad oggi la prefettura non ha requisito beni privati dismessi dalle originarie funzioni. Un domani, nemmeno lontano, alberghi ammuffiti o colonie sottoutilizzate potrebbero servire, una volta sistemati.

Laura Milano

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