Progetti bloccati, a rischio il futuro della Val Canzoi
Chiuso per fallimento. Un cartello che il sindaco Carlo Zanella sta pensando seriamente di posizionare all’ingresso della Val Canzoi. Rabbia e delusione sono a livelli altissimi, dopo la comunicazione di martedì riguardante il mancato avvio di due importanti progetti legati al dissesto idrogeologico e al ripristino di alcune strade silvio - pastorali. Tutto sembrava fatto, in seguito ai numerosi incontri svolti con gli enti coinvolti. Invece niente da fare, e così la Valle continuerà a rimanere in una situazione sospesa tra il critico e il disastroso.
Dunque da adesso tante preghiere, almeno ogni qualvolta pioverà più forte del solito. «Sono avvilito, mi sento preso in giro», allarga sconsolato le braccia il primo cittadino cesiolino. «Sembra quasi che non avere uno specifico colore politico ti escluda dai grandi interventi. Nel 2019 dovevano essere quanto meno redatti tali progetti, del valore complessivo di 5 milioni uno e 200 mila euro l’altro, anche se sembra che almeno su quest’ultimo argomento ci sia il via libera. Così sarebbe stato possibile avviare la fase esecutiva il prossimo anno. Invece nulla, e comune come il nostro che vive tanto di turismo resterà abbandonato a se stesso. Metterò un cartello “chiuso per fallimento” in attesa delle l’intervento di qualcuno, cosa volete che dica. Per carità, capisco ci siano altri territori in situazioni ancor più drammatiche, ma ciò non significa dimenticarsi degli altri».
Zanella rincara la dose: «Una situazione di cui è colpevole la Regione, completamente assente, ma pure altre realtà da cui non siamo mai riusciti a ricevere una sola risposta: parlo del Parco e dei Carabinieri Forestali. Da gennaio domandavo un sopralluogo a Venezia, in modo da far rendere loro conto della situazione; secondo voi si è visto qualcuno? L’unica persona passata, e che ringrazio per la disponibilità, è il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi».
NUOVI RISCHI
La Val Canzoi è devastata. Tolto il ripristino della passerella sul Caorame in località La Busa ed alcuni interventi lungo il corso dell’acqua, c’è ancora tantissimo da fare. Meno male di recente la Protezione Civile ha operato in alcuni cantieri per la propria esercitazione.
E, per quanto la valle conti poche abitazioni, non bisogna dimenticarsi di alcune attività ristorative presenti in zona ma soprattutto della diga della Stua e dell’acquedotto che rifornisce pure il comune di Feltre. Quel drammatico 29 ottobre lo stesso acquedotto era rimasto completamente scoperto, con tutti i rischi del caso in caso di nuove piene, mentre il Caorame aveva portato via un tratto di strada di collegamento verso la diga, isolando il tecnico addetto.
«Il torrente in molti punti scorre adesso a livello della carreggiata. Se dovessero ripetersi eventi meteo del genere – oggi la zona sarà sotto stretta osservazione – i rischi sono enormi. Pensate ad eventuali danneggiamenti dell’acquedotto o altro. In più, aggiungo io, dietro il lago della Stua c’è un enorme quantità di legname a terra, ma le strade che collegano la zona con Erera Brendol, Frassen e Tomitano risultano impraticabili. Con il Genio Civile e i dottori Dell’Acqua e Sommavilla, rispettivamente per l’aspetto idrogeologico e quello relativo alle strade, avevamo programmato il tutto. Adesso invece apprendiamo con stupore questa amara notizia». —
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