Progetti Cisl contro la crisi «Per far restare i giovani»
BELLUNO. «Bisogna dare ai giovani un buon motivo per rimanere nella nostra terra, una prospettiva, un sogno. È possibile se abbiamo le idee chiare su come farlo. La nostra deve essere una provincia aperta, inclusiva, che sappia cogliere le occasioni. Tutto questo deve passare per scelte coraggiose». Nel documento consegnato ieri dalla Cisl Belluno-Treviso a parlamentari, Provincia e Confindustria si legge tutta la preoccupazione per un territorio che, tra 2011 e 2018, ha perso 6.287 abitanti. Ma si legge anche e soprattutto la volontà di ragionare per progettare, tutti insieme, il futuro. Di strada, però, ce n’è parecchia da fare.
«I dati presentati di recente dallo studio della Cgia di Mestre sono allarmanti», commenta Rudy Roffarè, segretario generale aggiunto del sindacato. «Il problema è che si parla da vent’anni di spopolamento e si è perso fin troppo tempo nel rimpallo di responsabilità e giochi politici. Bisogna dare una nuova prospettiva al territorio attivando l’intelligenza collettiva locale e chiamando alla responsabilità tutti i soggetti».
Il titolo del convegno di ieri non è stato scelto a caso: “Lavorare in rete per governare il cambiamento”. Ma come lavorare? Tra i tanti punti inseriti dalla Cisl nel suo documento c’è anche quello relativo alla costituzione di un fondo territoriale per la realizzazione di servizi, prestazioni e forme di sostegno in ambito sociale. «Siamo già a buon punto, assieme alla Provincia, nell’elaborazione di questo strumento», ricorda Roffarè. Palazzo Piloni, dal canto suo, condividerà il 5 giugno con categorie e parti sociali lo studio della Cgia. «Costituiremo poi un gruppo di esperti per capire come lavorare per la riorganizzazione degli enti locali», sottolinea Roberto Padrin, presidente della Provincia. «L’intenzione è presentare agli Stati generali una proposta di riassetto del nostro territorio».
È emerso quindi il tema fusione. Secondo il deputato del Pd Roger De Menech «il problema della frammentazione non sta tanto nel numero di enti, ma nella capacità di questi ultimi di fare rete». E sul Fondo comuni confinanti evidenzia la ferma volontà di lavorare su progetti a larga scala, che coinvolgano l’intero territorio provinciale. «È assolutamente necessario muoversi in questa direzione», mette in risalto Luca De Carlo (Fratelli d’Italia), «altrimenti non si risolvono i problemi, ma si spostano di qualche km». De Carlo invita poi a saper riconoscere le potenzialità turistiche del nostro territorio: «Il turismo sta cambiando, la gente si è stufata di contesti “plastificati” e le nostre zone, in cui i contesti naturali sono rimasti pressoché immutati, hanno tutto da guadagnarci».
«Il nostro territorio è frammentato e diviso», afferma Federico D’Incà (M5S), «do merito ai Comuni che hanno avuto il coraggio di procedere con la fusione. Ma se vogliamo che la genti resti in montagna non si può prescindere da trasporti e infrastrutture». Sulla necessità di fare squadra insiste Paolo Saviane, senatore della Lega: «Un impegno iniziato con il rinnovo del consiglio provinciale, che sta lavorando molto bene. Ora dobbiamo fare altrettanto noi parlamentari bellunesi, collaborando per il nostro territorio».
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