Progetto cucine contestato a Pradenich
CESIOMAGGIORE. I giochi sono fatti, ormai a ridosso della presentazione del progetto per i fondi Brancher, per Pradenich. Ma le associazioni parte in causa, dal comitato della patata all'Alpes Cesio fino ai cacciatori, che si sono sentiti coinvolgere più per una questione di forma che di sostanza, segnalano una scelta non pertinente, quella di rimettere a norma cucine già rese funzionali e funzionanti con tanto di certificazione del professionista, a fronte di ben altre priorità. Trattandosi, appunto, di impianti sportivi e di area dedicata allo sport, prima di tutto.
E il primo a dirlo è lo stesso Eugenio Garlet presidente del comitato per la festa della patata. «Siamo stati messi di fronte al fatto compiuto, quando ci è stato annunciato dal Comune che i fondi Brancher sarebbero serviti per rifare le cucine del complesso Pradenich con un colpo di spugna rispetto a quelle esistenti che ci hanno comunque permesso di organizzare finora manifestazioni di rilievo. Ma questa è un'area sportiva dove le priorità sarebbero state altre. Come genitore e come nonno, ad esempio, bene avrei visto un progetto per la messa in sicurezza degli atleti che si allenano, piuttosto che delle cucine. Come un'area protetta dove poter allenare i ragazzi togliendoli dalle strade a scorrimento veloce che mettono a repentaglio la loro incolumità. Così ha stupito che l'Us Cesio abbia validato il progetto del Comune, unica associazione fra le presenti all'incontro a non sollevare obiezioni, quando più volte dalla stessa è venuta la stessa richiesta, cioè quella di far giocare i bambini lontani dalle strade».
Non è stato un parere nemmeno consultivo, quello richiesto alle associazioni. Perché altrimenti nel progetto si sarebbe potuto tener conto di quanto va segnalando l'Alpes Cesio da anni. Lo dice, il presidente Simone Marin: «Le infrastrutture degli impianti sportivi a partire dagli spogliatoi, dalla recinzione del campo fino all'illuminazione e agli impianti di riscaldamento, erano interventi da fare nell'ambito di un progetto complessivo nel settore della pratica sportiva che poteva coinvolgere, in un'ottica di adeguamento funzionale, anche Pullir. Sono anni, ad esempio, che chiediamo una tribuna per assistere alle partite, ben sapendo che ai nostri impianti confluisce l'area pedemontana, a partire dalla giovanile Pizzocco, con duecento tesserati. Non contestiamo scelte calate dall'alto per partito preso. Ma siamo spiaciuti che le nostre indicazioni per un rilancio a valenza comunitaria degli impianti di Pradenich, siano rimaste inascoltate».
«Avevamo chiesto di investire su Pradenich ispirando il progetto al centro servizi di Seren, per riunire tuttE le associazioni con un regolamento sulla gestione della struttura», commenta Carlo Gris dimissionario del comitato area Pradenich. «Il tempo per fare un ragionamento condiviso è mancato, visto che i termini per la presentazione del progetto sono alle porte. Speriamo che gli investimenti decisi portino dei vantaggi alla comunità».
Laura Milano
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