Avanti con il progetto della diga del Vanoi ma il voto può ribaltare il tavolo

Il Consorzio rinnoverà i propri vertici domenica 15 dicembre, solo allora ci sarà una posizione chiara e ufficiale. Dossier presentato giovedì 12 a pochi intimi per un guasto alla piattaforma online

Francesco Dal Mas
Una veduta della valle del Vanoi
Una veduta della valle del Vanoi

Ben 230 le pagine del “Documento delle risposte” alle osservazioni sul progetto preliminare della diga del Vanoi. Saranno rese note venerdì 13 dicembre – o al più tardi lunedì 16 – dal Consorzio Brenta che giovedì 12 ha anticipato a grandi linee il dossier, senza entrare nel merito, a quanti si sono collegati on line.

Pochi, in realtà, perché il collegamento inspiegabilmente si è interrotto fra le proteste di quanti sono rimasti esclusi; ad esempio Michele Gubert, del Comitato popolare della valle del Vanoi, che ha chiesto al Consorzio di Cittadella «perché ha aperto alla partecipazione e poi l’ha sospesa».

Le conclusioni del dossier fanno intendere che il Consorzio è intenzionato a procedere con la progettazione, passando quindi a quella definitiva. Sempre che dal Governo arrivino i fondi per farla; il contributo di un milione e 600 mila euro è servito per i primi studi presentati che sono serviti, ad esempio, ad escludere i serbatoi da 30, anzi da 33 milioni di metri cubi d’acqua, fermandosi a quota 20 milioni.

Se ne saprà di più leggendo le pagine del Documento delle risposte, ma soprattutto – come ha anticipato l’ingegner Gennaro Mosca, coordinatore del Dibattito Pubblico – aspettando a fine febbraio, oppure ai primi di marzo, le proposte conclusive del Consorzio di Cittadella. E questo dipenderà dall’esito delle elezioni di domenica prossima.

Tre le liste in corsa. Chi vince può confermare o rinunciare alle indicazioni contenute nel Documento delle risposte. Può insomma procedere con il progetto Definitivo, cercando di rassicurare i critici, anzi spiegando che proprio l’ulteriore approfondimento potrà rispondere ai tanti dubbi emersi nel dibattito pubblico. Oppure potrà scegliere di fermarsi qui, per non impattare in un’opposizione che si è manifestata oltremodo dura e compatta.

La lista che raccoglie l’eredità del cda uscente e comprende anche la presenza, fra i candidati, di Enzo Sonza, il presidente che ha concluso i mandati, pare essere saldamente intenzionata a proseguire l’iter; ospita fra l’altro numerosi esponenti vicini alla Lega. La lista della Coldiretti e delle altre associazioni di categoria ha invece qualche dubbio; condiviso, a quanto pare, anche da alcuni candidati vicini a Fdi. La terza lista è capeggiata da Giustino Mezzalira ed è decisamente contro. Mezzalira potrebbe tornare indispensabile per un’eventuale alleanza e si può ben immaginare la sua ipoteca.

«Entro fine anno o all’inizio del nuovo anno presenterò la mia relazione conclusiva di arbitro – ha annunciato Mosca -, facendo sintesi del Dibattito pubblico. Nei 60 giorni che seguiranno, il proponente compilerà il dossier conclusivo con le nuove proposte, dicendo se vuole continuare o no, e se vuole continuare come intende farlo, magari cambiando alcune cose così recependo le osservazioni emerse nel dibattito pubblico».

Mosca ha molto insistito sul fatto che non andranno disperse le osservazioni maturate. Perché – ha assicurato – se ne dovrà tener conto nell’eventuale prosieguo dell’iter. Anzi, ha tenuto a precisare, l’esito del dibattito pubblico dovrà essere preso in considerazione nella valutazione ambientale. In questo senso – è il primo commento dell’assessore regionale all’Ambiente, Giampaolo Bottacin – è già importante che da quattro ipotesi progettuali si sia passati ad una, quella dei 20 milioni di metri cubi, perché evidentemente si è compreso che le altre proposte erano impraticabili.

Già lunedì, in ogni caso, si capirà dai risultati elettorali se la diga del Vanoi potrà considerarsi capitolo chiuso o se la battaglia dovrà continuare. E la provincia di Belluno è in attesa delle conclusioni del “Documento di risposte” per ribadire la sua contrarietà.

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