Progetto “Salva Comelico” con trenta milioni dell’Odi
SANTO STEFANO DI CADORE. Domani mattina, con un’ora di ritardo, cioè alle 9, riapre la statale 52 Carnica. Seguirà un brindisi, offerto dall’Amministrazione comunale, soprattutto per i volontari della protezione civile, che hanno gestito Bus de Val, il personale Anas e quello delle ditte. I problemi di accesso al Comelico, però, si risolvono soltanto parzialmente. È indispensabile, per la sicurezza, il traforo di Coltrondo, una spesa da 55 milioni di euro. Il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli, promotore della recente trasferta comeliana della XIII Commissione Ambiente del Senato, presenterà nei prossimi giorni un emendamento “Salva Comelico” all’interno della legge di stabilità.
L'emendamento prevede di riservare nel triennio 2015 - 2017 dieci milioni di euro all'anno a valere sul Fondo Odi (ex Brancher), risorse che andranno ad aggiungersi a quelle che dovranno essere messe sul tavolo da Anas a fronte di un'apposita intesa con il Comitato paritetico del Fondo stesso.
«Con questo emendamento si va a responsabilizzare tutte le parti in gioco, dall'Anas alle comunità locali e confinanti» rimarca Piccoli. «Nessuno può chiamarsi fuori. Un intero territorio, strategico non solo per il Veneto ma anche per l'Alto Adige, rischia l'isolamento».
30 milioni, però, non sono sufficienti per finanziare la galleria. È evidente che anche l’Anas dovrà fare la sua parte. Piccoli si dice sicuro che l’ente di Pietro Ciucci non si tirerà indietro. Nemmeno Bolzano, a suo dire. «Non bisogna infatti dimenticare che buona parte dei flussi di traffico transitanti per la statale Carnica è diretto nelle vicine valli altoatesine. Conviene anche ai bolzanini dare il via a un progetto transfrontaliero di questo tipo. Ricordo che la viabilità di accesso alla Valle di Primiero, nel tratto bellunese da Pedesalto a Moline, è stato finanziato per buona parte da risorse della Provincia autonoma di Trento. Anzi, a dirla tutta, Bolzano potrebbe prevedere delle risorse aggiuntive».
La prima reazione arriva da Alessandro Buzzo, il sindaco di santo Stefano. Buzzo ringrazia Piccoli della proposta, ma ammette di temere le riserve di Bolzano. «Se l’emendamento si concretizza, è un decisivo passo avanti, ma c’è la necessità di un’ampia convergenza da parte di tutte le forze e le istituzioni interessate, altrimenti si rischia di perdere tempo» spiega Buzzo.
Il sindaco ha un timore in particolare: che il finanziamento del traforo si materializzi in alternativa al collegamento sciistico tra il passo monte Croce Comelico e Padola, progetto che è già avanti nell’elaborazione.
Buzzo coglie nel segno. Mountain Wilderness, associazione ambientalista da sempre contraria alle nuove piste da sci, anticipa di essere perfettamente d’accordo con l’emendamento Piccoli, perché «è inutile immaginare nuovi caroselli sulla neve, quando non arrivano neppure le strade» (così Luigi Casanova).
Ecco, mette le mani avanti il sindaco di Santo Stefano bene l’utilizzo del fondo Odi per Coltrondo, ma a condizione che non si inneschi una guerra fratricida, tra poveri.
Marco Staunovo Polacco, il sindaco di Comelico Superiore, ritiene indispensabile la relazione con l’alta Val Pusteria, proprio ai fini dello sviluppo economico non solo del suo comune ma di tutto il Comelico. Il collegamento, dunque, è irrinunciabile. D’altra parte – fa osservare Piccoli - le risorse del Fondo Odi sono le uniche certe in un momento di ristrettezze economiche per le casse pubbliche. «Questo dato ci può dare la sicurezza di essere immediatamente operativi, iniziando l'opera il prima possibile».
Il senatore si augura, pertanto, che sull’emendamento, aperto anche ad altre proposte, ci possa essere una convergenza trasversale.
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