«Programma realizzato al 70%»
RIVAMONTE. «Abbiamo svolto il 60-70% del programma elettorale, ma la stanchezza mentale mi ha consigliato di dire basta».
Valter Todesco, sindaco di Rivamonte, non si ricandiderà alle elezioni dell’11 giugno. Per lui cinque anni di amministrazione possono bastare. Il livello è saturo. Quel giorno al vertice sulla sanità agordina davanti a Rasi Caldogno e a Gidoni è sbottato. Quanto aveva accumulato? «Ci avevano dato dei bugiardi sulla stampa, a noi che mettiamo ogni giorno la faccia davanti ai nostri concittadini. Non mi era andata giù. Forse è stata anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
Di cosa è pieno? «Dire basta non è stata una scelta facile. Dispiace non portare avanti il lavoro svolto finora, ma sono stanco mentalmente. Non avevo mai avuto esperienze amministrative e per essere all’altezza ho sempre cercato di documentarmi su tutto. Forse sono stato fin troppo presente e questo mi ha scaricato».
Si dice: “A Rivamonte pochi interventi: chi amministra non cerca i contributi”. Cosa ribatte? «Ribatto dicendo due cose. La prima: ottenere i contributi oggi non è facile. Possiamo partecipare ai bandi, ma poi dobbiamo mettere la quota parte. Ma Rivamonte di entrate extra non ne ha se escludiamo i 15 mila euro della cava di Franche e i proventi dei lotti boschivi. Non abbiamo i fondi di confine e i trasferimenti statali sono calati dal 2012 ad oggi da 250 mila a 140 mila. In questa situazione bisogna fare delle scelte».
La seconda? «Abbiamo svolto il 60-70% del programma elettorale: la sala polifunzionale sopra gli spogliatoi, il primo stralcio della silvo-pastorale Schena-Sep-Mottes, i nuovi infissi di scuola e municipio, il recupero dell’area sulla Maról, l’illuminazione a Gona, la sistemazione delle valli a Ponte Alto e a monte dell’abitato di Rosson con i forestali. Abbiamo i contributi per il rifacimento dei muretti verso Lach, per la strada dei Tos e abbiamo appaltato i lavori alla Val del Caldo. Speriamo nel contributo del Gal per l’intervento alla fontana dei Tos. Per il turismo abbiamo appoggiato il progetto della Conca Agordina, ma in paese ci sono state poche adesioni».
A Valle Imperina sono iniziati i lavori all’ostello e alle gallerie. Fiducioso per il futuro? «Sì, perché nel 2018 scadono i vincoli legati ai contributi e dovrebbe venire modificato il piano del Parco. Vuol dire che l’ostello potrà somministrare liberamente cibi e bevande e, unito alla valorizzazione delle gallerie e degli altri edifici, sarà un’occasione importante per chi vorrà investire».
Sulla fusione dei Comuni è sembrato tiepido. «Non potevo impegnare il Comune con le elezioni alla porta. Credo, però, che sia una strada da percorrere, facendo un referendum consultivo prima di investire soldi ed energie con il rischio di non concretizzare».
Lascerà anche la vicepresidenza dell’Unione montana. Faticoso il confronto con i colleghi? «Spesso l’obiettivo è unico, ma non si trova la quadra per diversità di vedute. Alla fine l’obiettivo si raggiunge, ma che fatica. Un collega che ammiro su tutti? Bruno Zanvit che si è sempre dimostrato disponibile».
Gianni Santomaso
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