«Promesse disilluse: ora servono fatti concreti»
MEL. Un appello accorato quello del sindaco di Mel, Stefano Cesa. Al suo fianco tanti colleghi, arrivati da gran parte della provincia per dare sostegno a chi lotta per risolvere una vicenda che, se non dovesse avere esito positivo, potrebbe mettere in seria difficoltà i Comuni di tutta la Valbelluna.
Con Cesa, c’erano i sindaci di di Feltre, Sedico, Seren del Grappa, Lamon, Limana, Trichiana, Ponte nelle Alpi, Lentiai, Santa Giustina, Pedavena, i parlamentari Piccoli, De Menech, Bellot, e i consiglieri regionali Dario Bond e Sergio Reolon.
«Il lavoro è l'elemento fondamentale della dignità dell'uomo e della società: quando parliamo di esuberi, lediamo la dignità di una persona», ha esordito Cesa, che poi ha continuato: «L'Acc da 1800 lavoratori è passato a 630 e tutte le promesse sono state disattese. Ora vogliamo fatti», ha detto il sindaco, che poi ha concluso: «Smettiamola di parlare di Berlusconi e dell’abolizione dell’Imu, noi vogliamo pagare l'Imu se dovesse servire a garantire i servizi ai nostri cittadini».
A chiedere fatti concreti anche l’rsu dell’Acc, Giorgio Bottegal. «Le promesse di un rilancio dello stabilimento e di maggiori investimenti a partire dal 2014, fatteci anche l'altro giorno dall'ad Ramella , devono essere messe nero su bianco, perché ne abbiamo sentite tante, ma sono state disattese».
Tuttavia, dietro all’incertezza e alla disillusione, nei lavoratori vive ancora la speranza. Parola di Emanuela De Fina, della rsu di Fedon astucci, dove ieri sono partiti i contratti di solidarietà. «È uno strumento utile per tutelare le professionalità del territorio, sperando che la crisi finisca». (p.d.a.)
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