Pronta entro Natale la casa funeraria dell’impresa Caldart a Belluno. Spazi eleganti e intimi

Le autorizzazioni ci sono: i lavori al via da metà settembre. 

«Nel dolore le famiglie devono potersi sentire come a casa»

Alessia Forzin

BELLUNO. Conto alla rovescia per la casa funeraria dell’impresa Caldart: i lavori inizieranno a metà settembre e l’obiettivo è di inaugurare la struttura per Natale. Tempi rapidi, perché le lavorazioni previste non sono particolarmente complesse e ci sono tutte le autorizzazioni: quella dell’Ulss è stata la prima che l’impresa ha richiesto, per essere certa che l’operazione di recupero dell’immobile in via Cappellari fosse possibile. Poi è arrivata quella del Comune, che ha rilasciato anche il permesso a costruire.

Tutto pronto, dunque. La nuova casa funeraria, la terza in città, sarà realizzata in via Cappellari (la strada che da Mussoi porta a Fisterre), negli spazi un tempo occupati da un supermercato di fronte al canile sanitario. «Abbiamo acquisito i muri e siamo pronti a partire con i lavori», spiega l’amministratore dell’impresa Caldart, Nicola Sommacal.

Gli spazi a disposizione sono molto ampi, circa 500 mq. All’interno dell’edificio ci saranno una sala del commiato da 100 metri quadrati dove si potranno celebrare i riti civili, cinque camere ardenti dove si potrà rendere omaggio alla salma del proprio caro defunto, una saletta di disbrigo, l’ufficio accoglienza e locali tecnici di servizio.

«Nella sala del commiato sarà possibile celebrare solamente i riti civili, su questo il vescovo è stato molto chiaro», continua Sommacal. Ma è un’esigenza sentita, in città, perché prima dell’apertura delle case funerarie le famiglie che non sceglievano il rito religioso avevano poche alternative: salutare il proprio caro all’obitorio dell’ospedale oppure direttamente in cimitero, magari nel parcheggio. Luoghi poco intimi, per un momento doloroso qual è l’ultimo saluto al defunto.

Ed è proprio questa la filosofia che anima i soci dell’impresa di pompe funebri, portata avanti dai dipendenti storici, in piena continuità, da quando i Caldart sono andati in pensione: «Nel momento del dolore vogliamo dare alle famiglie la possibilità di sentirsi come a casa», rimarca Sommacal.

Da qui anche la scelta dello stabile in cui costruire la casa funeraria: lontano da una strada di grande passaggio, in modo da avere quell’intimità necessaria per vivere il lutto.

Il progetto è stato curato dall’architetto Alberto Alpago Novello e dalla moglie Michela. Curatissimo sarà l’arredamento, in legno, e nelle camere ardenti ci sarà un piccolo salottino, separato dallo spazio in cui sarà collocata la bara da una parete insonorizzata. La sala del commiato sarà aperta ai riti di tutte le religioni e gli arredi sono gestibili in base alle richieste delle famiglie.

Caldart ha lavorato un anno a questo progetto, cercando lo spazio adeguato e valutando con attenzione le dimensioni delle stanze e l’allestimento. L’apertura della prima casa funeraria in città, di fatto, ha costretto tutte le imprese del settore a seguire il trend per rimanere sul mercato con servizi che i cittadini possono richiedere. Anche perché il sabato pomeriggio e la domenica l’obitorio dell’ospedale San Martino è chiuso al pubblico, e i familiari non possono salutare il loro caro. «Ma l’ospedale lavora bene, è un’eccellenza», puntualizzano dall’impresa, «se le famiglie non chiederanno espressamente di spostare la salma, non lo faremo».

I lavori porteranno anche a riqualificare gli esterni: saranno sistemati i parcheggi, e saranno ricavate delle aree di sosta ad uso pubblico.

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