Pronta la causa civile contro Bim Gsp
BELLUNO. Ultima chiamata per gli utenti. Domani alle 18, nella sala parrocchiale di Cavarzano l’incontro dei rappresentanti di Sorgente trasparente con i cittadini, che pagano o faticano a pagare le bollette dell’acqua spedite da Bim Gsp e, in ogni caso, si lamentano. Un minuto dopo i saluti, gli avvocati dell’associazione Alberto Pagnoscin e Augusto Palese avvieranno l’annunciata azione legale, dopo il ricorso già presentato al Tar della Lombardia contro il rincaro del 29,4 per cento dell'acqua deciso dall’azienda che gestisce il servizio idrico provinciale, per cominciare a sanare il buco nell’acqua da 89 milioni di euro delle gestioni precedenti a quella attuale: 16,4 per cento di aumento, più 13 di adeguamento tariffario e gli interessi passivi dal primo gennaio di quest’anno al 31 dicembre 2020. In soldoni, si calcola una botta per famiglia tra i 1.000 e i 1.200 euro, che può essere lo stipendio mensile di un lavoratore dipendente: «Una delle armi vincenti sarà senz’altro la nostra unione, nel combattere questo illecito» promette Simona Lorenzon, dopo aver raccolto le firme all’enoteca da Ciccio e in giro per negozi ed edicole e costruito quella che si chiama class action.
Palese e il suo collega del Foro di Venezia hanno l’incarico di andare fino in fondo: «Partiremo con una causa di tipo civilistico, mentre stiamo sempre aspettando la risposta da parte del Tar. A questo punto, sarà il giudice a decidere se il metodo con cui Bim Gsp calcola le bollette è legittimo o meno. Noi siamo fermamentre convinti che non lo sia, ecco perché stiamo per promuovere questa causa, sulla base di tutti gli elementi che abbiamo raccolto e le segnalazioni che ci sono pervenute. Nel frattempo, abbiamo cercato d’informare gli utenti di tutte le nostre vallate, ricevendo la solidarietà di molti enti e istituzioni, tra le quali anche alcune Regole, naturalmente della parte alta della provincia. Non siamo soli, in altre parole, e questo è molto confortante, almeno da un certo punto di vista».
Sorgente trasparente è partita con il sostegno di numerosi cittadini, ma potrebbe anche fermarsi prima di chiedere le chiavi del tribunale e far indossare le toghe: «Non nascondo che ci piacerebbe risolvere la questione in maniera diversa e più pacifica. Sono convinto che sarebbe meglio mettersi attorno a un tavolo con i rappresentanti di Bim Gsp e trovare un accordo al di fuori delle aule di giustizia. Mi rendo conto che posso anche sembrare un illuso o addirittura un sognatore, invece che un avvocato, ma questa potrebbe essere la soluzione migliore e credo che potrebbe fare scuola a livello nazionale. Nel Veneziano, una cosa del genere è successa, di conseguenza non sarebbe niente di stravagante, anzi la conferma che si possono ammettere i propri sbagli di gestione, tentando di rimediare in qualche maniera. Non so se sarà possibile, ma un tentativo lo farei, a patto che la controparte ammetta di essersi sbagliata e di non poter scaricare sulle spalle dei consumatori il peso degli errori, che sono stati commessi. Ad ogni modo, partiamo con grande fiducia, nella speranza di vincere una battaglia sostenuta dalla consapevolezza di dover avere a cuore le esigenze dei cittadini. A maggior ragione, in un momento di crisi ecomica, che già mette in difficoltà la gente».
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