«Pronti a chiudere le strade e le scuole»
La presidente Serenella Bogana contro il governo: «Così non possiamo garantire la sicurezza. Ci hanno preso in giro»
BELLUNO. Provincia sul piede di guerra: mancano le risorse, dal governo, sia per le funzioni fondamentali che per la manutenzione stradale. «Siamo pronti a chiudere scuole e strade se non potremo garantirne la sicurezza», annuncia Serenella Bogana, presidente facente funzione di Palazzo Piloni dopo le dimissioni della Larese. Il decreto legge 50/2017 approvato in Senato ha aumentato i contributi previsti, da un lato per le funzioni fondamentali passando dai 110 milioni iniziali ai 180 milioni attuali, e dall’altro per le strade (da 100 a 170 milioni), per un totale di 350 milioni, quasi la metà di quanto richiesto dalle Province nei mesi scorsi. «Le notizie che arrivano da Roma, per quanto ufficiose, non sono per nulla positive», commenta Bogana: «Senza soldi non possiamo garantire la sicurezza di settori che oltretutto dobbiamo seguire, ma che non sono finanziati. Siamo arrivati da tre anni a Palazzo Piloni e la situazione è peggiorata. Chiediamo al Governo una maggiore chiarezza e ancheil coraggio di mettere delle risorse per le Province che ancora sono operative ed effettive».
Ma alla presidente non sfugge il fatto che «il sottosegretario Bressa ha promesso milionate a valanghe per la nostra provincia, ma non è arrivato nulla, nemmeno quei cinque milioni che erano stati inseriti espressamente per Belluno e per Veneto Strade all’interno delle risorse di Anas, e che ora sono finiti nel calderone del decreto degli enti locali, penalizzandoci una volta di più. Questi trucchetti non ci piacciono proprio», ribadisce piccata la Bogana, «non vorrei che non fossero altro che un modo per rendere sempre più deboli questi enti di secondo livello, prolungandone l’agonia per poi arrivare al prossimo anno quando, con nuove elezioni nazionali, qualcuno deciderà di chiuderci definitivamente».
«Che si chiarissero una volta per tutte le idee sul futuro delle Province, così ci metteremo il cuore in pace», ribadisce ancora la presidente. «Finora da Roma hanno giocato con noi come il gatto col topo. Ci hanno lasciato protestare senza però ascoltare i nostri problemi. Nessuno finora ha avuto il coraggio di risolvere il problema, ora è venuto il momento di dire basta».
Per Palazzo Piloni in questo ultimo anno la situazione si è complicata, come spiega ancora una volta la sindaca di Alano di Piave. «Abbiamo un deficit di 12 milioni di euro, determinato da 50 milioni di spese correnti a cui fanno da contraltare 38,5 milioni di entrate. Ora tutti insieme stiamo cercando di trovare il modo di recuperare il disavanzo, tagliando qua e là le voci del bilancio. Ma ormai siano allo stremo. Attendavamo i 5 milioni per Veneto Strade che non sono mai arrivati e non vorremo che fosse la solita “bufala” dei nostri politici. Per questo abbiamo incaricato il consigliere Roberto Padrin di rifare tutto il percorso di questi soldi, per capire dove sono andati a finire. Poi avevamo bisogno di altri quattro milioni per completare le spese per le manutenzioni stradali. Ma di tutto questo non c’è traccia da nessuna parte».
Tirato in causa, l’onorevole Roger De Menech precisa che quei 200 milioni di euro che mancano all’appello nel decreto legge n. 50, potrebbero essere recuperati «durante l’estate nel corso degli assestamenti di bilancio. Due sono i problemi: i soldi che mancano all’appello e capire come verranno assegnate le risorse che ci sono: da parte mia ho fatto approvare un ordine del giorno perché arrivino più soldi nella nostra provincia montana».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video