«Pronti a far intervenire l’Unesco»
LIVINALLONGO. «Azzeriamo tutto e ritorniamo all’accordo del 2003». Gli ambientalisti di Mountain Wilderness aprono un nuovo fronte, per quanto riguarda la Marmolada, stoppando i progetti fra Canazei e Livinallongo, per Arabba.
Dando ragione, di fatto, alle tesi anticipate dall’ex assessore regionale Floriano Pra al “Corriere delle Alpi”.
«Se verranno presentate ufficialmente, le opere oggetto di confronto fra i sindaci di Canazei e Livinallongo, sostenute da qualche assessore trentino, si sappia che la nostra associazione con azione immediata interesserà Unesco per decisioni che sicuramente metteranno in discussione tutto il bene di Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità, non solo il gruppo della Marmolada», si legge in una nota dell’associazione, da Roma, quindi firmata dal presidente Carlo Alberto Pinelli, per conto del consiglio direttivo, a testimonianza che la vicenda sta superando i confini locali.
La bocciatura riguarda, sostanzialmente, il carosello tra Arabba, Porta Vescovo, Passo Fedaia e Punta Rocca, sulla Marmolada, perseguito dall’amministrazione comunale di Canazei, con l’evidente interesse del Comune di Livinallongo.
«Rincorrere oggi atre abnormi infrastrutture o collegamenti inconcepibili verso passo Pordoi o Arabba non può che alimentare un conflitto che rischia di assumere connotati internazionali», insiste Pinelli. «La nostra proposta è semplice. Provincia di Trento e i Comuni azzerino ogni proposta. Si apra un tavolo vero, trasparente, aperto a tutti i portatori di interessi, anche culturali e sociali, con il conflitto gestito da mediatori culturali di grande esperienza e correttezza, per arrivare, nel tempo massimo di sei mesi, a condividere tutti le prime azioni efficaci capaci di riportare dignità e valore alla Regina delle Dolomiti».
Per gli ambientalisti il problema più grave è lo stato di abbandono di passo Fedaia (preoccupazione manifestata anche da Pra). «Nella nostra azione non abbiamo mai mancato di denunciare lo stato di abbandono dell’intera area di passo Fedaia. Nella pianificazione tesa alla riqualificazione del paesaggio abbiamo più volte offerto la nostra disponibilità e le nostre idealità, fin dal 2003. Rimaniamo convinti che lasciare il versante Nord della Marmolada nelle condizioni attuali sia una offesa alla montagna, all’ambiente e a quanti attorno alla montagna lavorano», scrive Mw.
Il movimento non entra nel merito del progetto di riqualificazione dei vecchi impianti tra Fedaia e Serauta, anche se Luigi Casanova, il portavoce, non ha mancato di far intendere il suo favore, a condizione che il progetto comporti la bonifica di questa parte del ghiacciaio da ogni altro impianto.
Mountain Wilderness chiede, invece: investimenti culturali e nella storia, fare rete dei musei della guerra dell’intero gruppo, utilizzare la viabilità presente sul lago per farne una efficiente pista ciclabile di valore mondiale, riprendere l’intera rete sentieristica e inserirla in percorsi naturalistici dei settori più diversi, faunistici, sulla vegetazione, nei collegamenti delle valli del gruppo, interventi nel caos dei parcheggi alla base della montagna, sostituzione della attuale bidonvia con un impianto leggero e poco impattante.
«Questi sono gli impegni che le amministrazioni comunali dovrebbero ritenere prioritarie nel rilancio della Regina delle Dolomiti», esplicita la nota.
Quando ai confine, in ogni caso, Mw dà ragione al Trentino. Ricorda che il Consiglio di Stato nell’ultima e definitiva sentenza del 2002 chiudeva la vicenda chiarendo che la linea di confine fra Veneto e Trentino Alto Adige doveva percorrere la cresta da Punta Rocca a Serauta.
Francesco Dal Mas
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