«Pronti ad andare al Tar contro Terna»

I Comitati pensano a un ricorso: «Tre sindaci hanno deciso per tutti, ma le ricadute sanitarie riguarderanno anche noi»
stefano lorenzini della direzione sviluppo di terna incontra la rpesidente della provincia Daniela larese filon
stefano lorenzini della direzione sviluppo di terna incontra la rpesidente della provincia Daniela larese filon

BELLUNO. Pronti a tutto, anche a un ricorso al Tar e poi al consiglio di Stato, per bloccare il progetto di razionalizzazione degli elettrodotti di Terna nel Bellunese. I comitati civici della Valbelluna si sono ritrovati lunedì sera per fare il punto della situazione, alla luce degli ultimi sviluppi, e per decidere come muoversi nei prossimi mesi. Se la procedura dovesse chiudersi con l'approvazione del progetto, i cittadini sono pronti a fare ricorso. Prima al Tar del Lazio, se non sarà sufficiente arriveranno fino al Consiglio di Stato. L'organo che ha bloccato la Dolo-Camin.

Tutti i documenti progettuali e le criticità che i cittadini hanno individuato sono stati inviati a due avvocati, ai quali è stato chiesto un preventivo di spesa per procedere, eventualmente, con il ricorso. I costi non saranno bassi, ma i cittadini non sono spaventati. Sono determinati a fare in modo che il progetto venga rifatto. Nodo cruciale dell'intervento, è stato ribadito nel corso della serata, è il potenziamento della stazione elettrica di Polpet, «che causerà un potenziamento di tutte le linee esistenti, anche quelle non oggetto dell'intervento di razionalizzazione», ha spiegato Gianni Pastella. «Le ricadute sanitarie che si avranno potenziando la stazione di Polpet interesseranno l'intera provincia, ma invece che organizzare un tavolo di discussione e confronto sul tema a Palazzo Piloni, tre sindaci hanno deciso per tutti».

Il riferimento è alla riunione che si è tenuta il 14 luglio, nel corso della quale i sindaci di Ponte nelle Alpi, Soverzene e Perarolo hanno ribadito la loro posizione: il progetto non si tocca, non si può tornare indietro. «Due di questi sindaci sono anche consiglieri provinciali (Vendramini e Svaluto Ferro ndr), dovrebbero rappresentare le istanze di tutto il territorio e di tutti i cittadini».

Quelli di Belluno e Limana, ma anche tanti cittadini di Ponte nelle Alpi (presenti lunedì sera alla riunione), chiedono di fermare la procedura di Valutazione di impatto ambientale, sedersi tutti attorno a un tavolo, insieme a tecnici competenti ed esperti, e trovare una soluzione progettuale che soddisfi le necessità di risanamento ma anche di tutela della salute e del paesaggio. Se non otterranno questo risultato, sono pronti alle vie legali.

«Non vorremmo dover arrivare a tanto, perché un ricorso bloccherà il progetto per anni. E dunque bloccherà il risanamento delle criticità che sono presenti nei territori», si è detto lunedì. «Il Bellunese necessita di infrastrutture e della sistemazione della rete elettrica, ma non si possono prevedere, com'è accaduto, tralicci piantati in piene zone di tutela ambientale (sic e zps)».

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