Prorogate le Comunità montane
Con 30 voti a favore, 5 contrari e 7 astenuti, il Consiglio regionale ha approvato il Progetto di Legge di iniziativa del consigliere Sergio Reolon (PD), che proroga oltre il 31/12/2012 e fino alla costituzione dell’Unione Montana, il termine entro cui i Comuni potranno esercitare le funzioni associate tramite le Comunità Montane. Si tratta, in pratica di un provvedimento che modifica due leggi regionali, la 18 del 2012 relativa alla «Disciplina dell’esercizio associato di funzioni e servizi comunali» e la n.40/2012 relativa alle «Norme in materia di Unioni Montane», che prevedono una precisa tempistica per la loro attuazione e per la nomina del Consiglio dell’Unione montana.
Nel corso della discussione in aula, il Consiglio ha approvato un emendamento al Progetto di legge, che consente ai Comuni appartenenti ad una Unione Montana di «svolgere l’esercizio associato, anche obbligatorio, di una o più funzioni fondamentali, mediante convenzione» con altri comuni, anche non montani e non appartenenti all’Unione. Una modifica al testo licenziato dalla commissione Affari Costituzionali che dovrebbe consentire di superare le obiezioni sollevate dal Governo, che ha ritenuto la legge 40/2012 lesiva dell’autonomia dei Comuni, costretti a svolgere le funzioni fondamentali solo attraverso le Unioni Montane, escludendo la possibilità di convenzioni, come invece è previsto per gli altri Comuni. «È evidente - ha detto Reolon, relatore in aula del provvedimento - che il termine del 31/12 previsto dalla normativa entrata in vigore solamente il 20 ottobre scorso non può rappresentare una scadenza in grado di consentire ai Comuni scelte adeguatamente ponderate». «Con questo progetto di legge - ha precisato il relatore - si intende mettere le amministrazioni comunali nella condizione di ben operare nelle scelte senza avere vincoli temporali. Certo la modifica introdotta a seguito delle obiezioni sollevate dal Governo, porterà ad una certa perdita di quella carica innovativa che era contenuta inizialmente nella legge. Il Veneto è stato la prima Regione a prevedere la costituzione delle unioni montane, dopo che questo istituto è stato previsto dalla norma nazionale dello spending review. Non si trattava solo di un cambiamento di nome, ma un modo concreto per stimolare i comuni a intraprendere la strada delle fusioni. Infatti la legge 40, prevedendo che l’Unione montana fosse l’unica forma attraverso la quale i comuni avrebbero potuto svolgere le funzioni obbligatorie in forma associata, mirava a incentivare i comuni a non fermarsi alla unione, ma a fare un passo verso la fusione fra loro».
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