Prosecco doc, il primo raccolto bellunese

Nella tenuta Centore di Limana si sta raccogliendo la prima uva per il prosecco doc
La prima vendemmia nel vigneto di venti ettari a Centore nella tenuta di Agostino Zadra
La prima vendemmia nel vigneto di venti ettari a Centore nella tenuta di Agostino Zadra

Prosecco Doc a Belluno, è iniziata la vendemmia.

Nello splendido e antico borgo bellunese di “Tenuta Centore”, a Limana, si raccolgono in questi giorni, a mano e senza l’ausilio di macchine, grandi grappoli di uva di varietà Glera, con la quale verrà prodotto per la prima volta dall’azienda agricola “Le Rive” di Vidor il Prosecco bellunese Doc. Si tratta del primo raccolto dopo i due anni di incubazione necessari al vigneto per cominciare a produrre uva in modo significativo. Risale infatti a tre anni fa l’accordo siglato tra l’azienda vinicola trevigiana e la proprietà terriera di Agostino Zadra, imprenditore bellunese di 44 anni, che prevede l’affitto per 20 anni di 15 ettari di terreno (la proprietà ammonta a 21 ettari complessivi) per la produzione vinicola.

E non solo prosecco: in uno di questi ettari, nel cuore della tenuta, verrà prodotto anche spumante d’eccellenza (champagne) imbottigliato con il metodo classico utilizzando uve Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero e Pinot meunier.

«Ci siamo spostati in un ambiente più fresco rispetto alla pianura e abbiamo avuto un ottima annata», spiega l’agronomo Giovanni Pascarella che segue la produzione vinicola nel Trevigiano e ora anche nel Bellunese, «l’uva prodotta qui ha raggiunto un buon grado zuccherino, ma soprattutto grazie al clima più fresco abbiamo ottenuto uve aromatiche con acidità sostenute come serve per produrre vino di grande qualità».

Condizioni che in pianura, con il progressivo riscaldamento e le estremizzazioni stagionali del clima, si riscontrano in aniera sempre minore. Insomma un progetto sicuramente ambizioso ma con i piedi per terra, quella bellunese.

Nella Valbelluna infatti la viticoltura era molto diffusa in un recente passato e la sua quasi scomparsa non è dovuta probabilmente a caratteristiche pedoclimatiche negative, ma perché il tessuto socio economico è cambiato. Il terreno non è stato quindi sottoposto ad alcun trattamento chimico, ritessitura o particolare concimazione e la prima risposta è stata indubbiamente positiva. «Ho scelto Le Rive», spiega Zadra, «perchè io e la titolare (Luisa Francesca Bellussi, ndr) abbiamo avuto l’idea di sviluppare agronomicamente ma anche strutturalmente il borgo».

L’accordo infatti prevedeva lavori di miglioramento che sono stati eseguiti a partire dal 2010, con la parziale ricaratterizzazione dell’area, la realizzazione di muretti a secco e altri manufatti.

«Così, insieme al fattore economico è stato preso in considerazione anche quello estetico», prosegue l’imprenditore bellunese, che considera il suo un esempio da seguire per la valorizzazione del territorio e guarda in prospettiva, non solo pensando a un’etichetta di vino Prosecco Doc bellunese “Tenuta Centore”, una cantina in loco e magari un’enoteca: «In molti hanno almeno un ettaro di terra con cui, grazie alla produzione di uva, si possono ben arrotondare le entrate alla fine dell’anno», sostiene Zadra. L’esempio è riferito al sistema trentino, dove i piccoli produttori consorziati formano un tessuto economico sociale forte e concorrenziale. Un prato vale 5-6 euro al mq, con un vigneto si passa a 20-25 euro al mq. Significa che il valore di un ettaro passa da 50.000 a 200.000 euro. Ci vogliono 25.000 euro per avviare alla produzione di uva un ettaro di terra che produce circa 162 quintali di uva a ogni vendemmia, pari a 12.500 euro di guadagno lordi derivati dalla sua vendita (0,75 al chilo l’uva di Prosecco e 0,60 altra uva Pinot e Chardonnay che per il 15% concorre alla produzione del prosecco). Al netto delle spese si previsto quindi un guadagno di circa 8.000 euro all’anno per ettaro. La prospettiva di creare un centro di ricevimento e trasformazione con anche un punto vendita vino fa pensare all’imprenditore limanese anche a un nuovo turismo enogastronomico “fonte di redditività non solo aziendale ma per tutto il territorio”. Un altro aspetto ritenuto importante e sottolineato nel progetto, è la possibilità che questa azienda diventi anche centro di formazione professionale per giovani studenti delle locali scuole agrarie. «Un luogo ideale per lezioni specialistiche sul campo o in futuro anche in cantina», aggiunge Pascarella. Infine va considerato che con una superficie vitata di questa entità, l’azienda avrà bisogno per la gestione di forza lavoro specializzata da reperire in loco aprendo così nuove prospettive di impiego in una provincia che soffre anche della difficoltà di mettere a frutto le proprie potenzialità.

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