Prostituzione al Tre Gai il caso va in Cassazione
FELTRE. Caso Tre Gai in Cassazione. I difensori di Gianluigi De Cian e Fatima Rhourab hanno presentato ricorso alla suprema corte per un’ulteriore riforma della sentenza per favoreggiamento e...
FELTRE. Caso Tre Gai in Cassazione. I difensori di Gianluigi De Cian e Fatima Rhourab hanno presentato ricorso alla suprema corte per un’ulteriore riforma della sentenza per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nel locale feltrino di via Villapaiera. Da una parte Sandro De Vecchi e dall’altra Paolo Serrangeli hanno depositato i rispettivi atti, motivando le loro richieste in maniera molto diversa, dopo che entrambi i loro assistiti sono tornati in libertà.
Alla Corte d’Appello di Venezia, la condanna è scesa da quattro a tre anni e da 4 mila a 2 mila euro, ma accanto allo sconto ci sono anche la revoca della confisca dei beni sotto sequestro e la loro restituzione; e la revoca della misura di sicurezza e delle misure cautelari che erano in corso. Nell’abbreviato di primo grado, il giudice per le udienze preliminari Federico Montalto aveva condannato anche a un anno di casa lavoro e quattro d’interdizione dai pubblici uffici, come aveva richiesto il pm e allora procuratore della Repubblica, Francesco Saverio Pavone.
L’udienza a Roma sarà fissata entro il prossimo autunno, intanto De Vecchi eccepisce sulla costituzionalità della legge Merlin, che era calibrata sul costume e il comune senso del pudore di cinquant’anni fa e punta si su una sentenza della Corte Europea dei Giustizia, che definisce la prostituzione come una «libera attività di prestazione di servizi». In Italia, non è così, evidentemente.
Serrangeli, invece, parte da un presupposto diverso, appoggiandosi al collega vicentino Fulvio Carollo: la mancata assunzione di una prova decisiva, nel momento in cui la difesa ne ha chiesto la produzione. La Corte d’Appello ha bocciato la richiesta sulla base di una semplice supposizione e i motivi avrebbero dovuto essere altri, a cominciare dalla richiesta tardiva in primo grado. In questo modo, sarebbe stato leso il diritto di difesa. Oltre tutto, Serrangeli è subentrato in corsa proprio a De Vecchi nella difesa della donna e, a suo dire, le richieste dovevano essere accolte dal Tribunale già in primo grado, figurarsi in Appello.
È un dato di fatto che i due imputati cerchino di scaricarsi le responsabilità dell’accaduto, certo i due avevano ruoli diversi all’interno del Tre Gai. La Corte d’Appello sottolinea la presenza di De Cian nel locale anche nelle occasioni che risultano più significative, mentre Rhourab viene considerata come una mera inserviente, come documentato dalle immagini della telecamera dei carabinieri, che la vedono effettuare una pulizia pronta e diretta.
Ma quello che succedeva nel privè? L’ingresso costava 50 euro e gli atti successivi dipendevano da un accordo tra la ragazza e il cliente. Spesso erano solo spettacoli sexy e non atti sessuali. In autunno, l’ultimo grado di giudizio.
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