Prostituzione al Valentino: prende quattro anni

Flavio Mappelli ne rischiava 10 ma è stato condannato per sfruttamento e assolto dall’accusa di favoreggiamento

MEL

Prostituzione: sfruttamento sì, favoreggiamento no. Flavio Mappelli rischiava 10 anni di prigione, ma è stato condannato a quattro di reclusione e mille euro di multa per il primo reato e assolto dal secondo perché il fatto non sussiste, secondo i giudici Coniglio, Feletto e Cittolin.

Quello che succedeva nel bar Valentino di Tallandino di Mel è stato provato nel processo pubblico; i fatti dell’appartamento di via Sant’Osvaldo a Pedavena no. Novanta giorni per le motivazioni della sentenza arrivata dopo mezz’ora di camera di consiglio.

Nella discussione successiva all’acquisizione dell’interrogatorio dell’ultima ragazza romena, che doveva essere sentita e non si è presentata, il pm Gallego aveva ritenuto provati entrambi i reati, chiedendo una condanna a 10 anni di reclusione, 9 mila euro di multa, interdizione perpetua dall’esercizio di pubblici locali e pubblicazione della sentenza.

Il difensore Fioraso aveva cercato di ottenere un’assoluzione per entrambi i reati, in subordine il minimo della pena con le attenuanti generiche e i benefici di legge. Nessuna replica e sentenza, che sarà senz’altro appellata dalla difesa.

La pubblica accusa ha ripercorso tutta la vicenda fin dai tempi della denuncia presentata dalla gestrice della Cantinota di Cesiomaggiore, Monica De Bastiani, che il 16 giugno 2014 segnalava un concorrente in grado di offrire servizi in più ma illegali, e dai post apparsi sul profilo Facebook del bar zumellese, nei quali si prometteva «oltre la birra c’è di più».

Nella perquisizione disposta dalla Procura e precedente all’arresto, i carabinieri della compagnia di Feltre troveranno una stanza con una porta chiusa a chiave dall’interno con dentro una branda sorvegliata da telecamere; preservativi usati o custoditi in un distributore automatico; falli e altri giocattoli erotici nello stesso privè e sotto la cassa del bancone; una pedana con pertica per la lap dance; creme lubrificanti e stimolanti; un campanello che suonava ogni 15 minuti e nell’hard disk del computer filmati e fotogrammi di quanto succedeva del locale. Una foto in particolare sarebbe molto significativa.

Le ragazze vivevano in 10 o 12 in un appartamento pedavenese, dove venivano accompagnate da Mappelli, e pagavano 100 euro a testa. Per il resto, intercettazioni telefoniche con messaggi anche rudi e servizi di osservazione, controllo e pedinamento.

La difesa ha smentito che quanto contestato avesse trovato conferma durante il dibattimento, accanto al dispiacere per una richiesta di condanna così alta. Quello che l’accusa chiama privè, all’inizio serviva come alloggio per la notte, prima di due e poi di quattro ragazze. In seguito è stato necessario organizzare l’appartamento nel Feltrino.

Il fatto che l’imputato accompagnasse le donne è forse favoreggiamento? Assoluzione, perché il fatto non sussiste.

In tribunale sono stati sentiti 11 clienti, tra l’imbarazzato e il pentito. Tutte le ragazze hanno negato di aver avuto rapporti sessuali, i giocattoli erotici servivano per gli spettacoli e i gettoni da casinò per pagare le consumazioni. Niente da condannare. Quattro anni, ma solo per sfruttamento. —

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