Prostituzione, i cinesi di via Montegrappa vogliono l’abbreviato
BELLUNO
Prostituzione, i due cinesi chiedono lo sconto. I gestori di quello che in via Montegrappa da fuori sembrava un centro massaggi, hanno scelto di farsi giudicare in rito abbreviato. L’uomo, C. J., 61 anni, di fatto residente a nel Torinese e la donna, S. Z., 45 anni, di Milano sono ancora agli arresti domiciliari e devono rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, oltre che di esercizio di una casa di prostituzione. L’udienza si svolgerà a breve e, in caso di condanna, i due imputati avranno un terzo di pena in meno.
Nel frattempo, i locali che già qualche anno prima erano stati utilizzati per incontri a luci rosse e non per massaggi orientali sono stati dissequestrati. Una casa di appuntamenti per un giro di denaro importante: nella perquisizione, la Squadra mobile ha sequestrato 5 mila euro in contanti nascosti nel cestello di una lavatrice. Poi tre assegni per 60 mila euro (20 mila euro ciascuno) da portare all’incasso, svariate banconote cinesi, una decina tra carte e Postapay intestati a orientali: si calcola un giro di affari in nero di almeno 15 mila euro al mese. Ma anche pastiglie, progesterone (l’ormone femminile), anticoncezionali (non preservativi) e tesserini di fidelizzazione dei clienti, che ogni dieci prestazioni consumate avevano uno sconto del 20 per cento. Tra le altre cose, 30 chili di riso e pezzi di carne. I due imputati e le cinque ragazze reclutate su internet e dormivano negli stessi lettini sui quali si praticava sesso a pagamento, da 30 euro in su.
Il centro era intestato a una terza cinese, ritenuta prestanome, ma che risulta irreperibile. –
Gigi Sosso
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