Protesta contro l’Usl per far restare la dottoressa
BELLUNO
Delusione e amarezza nei pazienti pontalpini della dottoressa Maria Serena Scaravilli che tra pochi giorni lascerà il suo incarico come medico di base.
Il comitato nato a suo supporto, dopo una raccolta firme con oltre 200 adesioni, ha voluto incontrare i vertici dell’Usl e inscenato una protesta, anche se le prospettive sembrano ormai segnate.
La professionista 36enne, nonostante la sua presenza a Ponte da solo un anno e mezzo, ha trovato un grande apprezzamento e stima da gran parte dei suoi 850 pazienti, ereditati come sostituita del dottor Giancarlo Boito.
Dal primo marzo però dovrà cessare il servizio perché, da un lato, il contratto nazionale di medicina generale prevede la spartizione dei pazienti tra gli altri medici del comune, dall’altro la dottoressa non ha ancora conseguito l’abilitazione per il ruolo (abilitazione che comunque sta conseguendo in questo periodo).
Ad aggravare la situazione ci sono state delle lacune nella informazione sulla procedura di cambio di medico: alcuni utenti infatti hanno ricevuto la lettera dell’azienda sanitaria con le indicazioni su come scegliere un nuovo medico solo lunedì scorso, ovvero meno di una settimana prima della cessazione della dottoressa.
«Abbiamo incontrato i vertici dell’Usl e portato le nostre richieste», spiegano dal comitato, «parlando con il direttore generale Adriano Rasi Caldogno e il dirigente amministrativo Gianluca Romano. Eravamo una ventina a rappresentanza di tutti i pazienti della Scaravilli e abbiamo fatto anche una semplice manifestazione di protesta. La nostra richiesta era la permanenza della dottoressa, cosa però praticamente impossibile alla luce di regolamenti e norme burocratiche».
«Abbiamo quindi fatto un’altra richiesta», continuano dal comitato, «ovvero una proroga di almeno due mesi della dottoressa per attenuare il disagio della transizione. Questo da un lato permetterebbe di risolvere il problema del complesso trasferimento dei dati delle cartelle cliniche, operazione molto lunga ancora non avviata. Inoltre in questo periodo la dottoressa, questa è la nostra speranza, potrebbe completare il suo percorso abilitante. Ci è stato detto che questa decisione spetta agli altri medici della zona ma crediamo che gli altri professionisti siano concordi nello spartirsi i pazienti in una logica puramente economica. Non si vuole neanche dare almeno del tempo per il cambio. Questo metodo non ci piace: non siamo pedine da spostare e per questo molte persone sceglieranno altri medici fuori da Ponte, anche perché sembra che ci sia il progetto di aprire un centro medico polifunzionale».
«Ci mancherà la professionalità e l’umanità della dottoressa», concludono dal gruppo. « L’altro giorno molte persone erano in lacrime, crediamo che la sanità debba basarsi non solo su rigide norme burocratiche ma anche sull’empatia e le relazioni tra medico e paziente». —
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