Protesta dei segretari comunali
BELLUNO. Anche i segretari bellunesi dicono “no” all’abolizione della figura professionale del segretario comunale. Una possibilità contenuta nel ddl di riforma della Pubblica amministrazione e che ha mandato su tutte le furie i professionisti del settore che garantiscono il funzionamento della macchina comunale e recentemente sono diventati anche i responsabili per la prevenzione della corruzione all’interno dell’ente.
Oltre 600 segretari, alcuni dei quali anche nel Bellunese, hanno quindi deciso di rimettere simbolicamente nelle cariche dello Stato proprio questa carica inviando i rispettivi decreti di nomina di Responsabili della prevenzione della corruzione, ruolo affidato loro dalla Legge 190/2012. Per questo gesto simbolico i segretari hanno scelto martedì, giorno della festa della Repubblica.
«Una funzione di tale importanza» spiegano i segretari, «non può essere serenamente svolta da dipendenti pubblici oggi così gravemente delegittimati dal ddl di riforma della Pubblica amministrazione. Risulta pressoché impossibile sostenere con la necessaria autorevolezza il compito di “garanti della legalità" da sempre svolto dai segretari comunali e, in particolare, quello di “responsabili anticorruzione” attribuito non a caso dal legislatore al segretario comunale».
Rimettendo i decreti di nomina di responsabili anticorruzione i segretari che aderiscono alla protesta - alcuni dei quali si raccolgono intorno alle libere associazioni di categoria e ai gruppi Vighenzi, Lasec, Comitato Segretari Puglia, Movimento del 27 marzo, Associazione professionale dei segretari degli enti locali - chiedono che «si apra al più presto un confronto formale e istituzionale che affronti tutte le questioni relative al ruolo ed alle funzioni dei segretari comunali, nell'ottica di una valorizzazione di una figura al servizio dei cittadini per la tutela della legalità». Contro l’abolizione si sono già espressi alcuni consigli regionali e amministrazioni locali.
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