Protesta in carcere a BellunoDetenuto si cuce la bocca
Il giovane marocchino si è dato da solo due punti di sutura per iniziare uno sciopero della fame. I motivi dell'incredibile gesto? «Sono stato curato male ad una gamba»
BELLUNO.
Due punti di sutura «fai da te» per chiudersi la bocca e fare uno sciopero della fame di tre giorni: in segno di protesta. Voleva restare così tre giorni nella sua cella di Baldenich il detenuto marocchino A.S., 26 anni: ce l'ha con l'amministrazione che, a suo dire, non avrebbe fornito le adeguate cure per una pregressa frattura a una gamba che lo straniero aveva subito. Giovedì sera c'è stato bisogno dell'intervento del pronto soccorso dove è stato accompagnato. Sul posto la polizia.
Erano le 22.30 circa quando al pronto soccorso del San Martino si presenta il furgone della polizia penitenziaria con un ferito, un detenuto.
Il 26enne si era dato due punti sulle labbra per non mangiare: ago e filo li aveva rimediati in cella, quelli di uso comune per i rammendi pratici e veloci che si fanno in carcere su qualche strappo agli indumenti.
Lui aveva deciso di protestare e di tenere la bocca chiusa per manifestare tutto il suo dissenso, forse avendo anche ricevuto la notizia secondo cui in questi giorni (a livello nazionale) è prevista la «visita» dei radicali nelle carceri italiane e probabilmente anche a Baldenich. A.S. si lamenta di non avere ricevuto le cure adeguate per una pregressa frattura alla gamba che a suo dire non gli sarebbe stata sistemata a dovere.
Il ferito è stato medicato al pronto soccorso: per lui una prognosi di pochi giorni e immediatamente dopo il giovane è stato riaccompagnato nella casa circondariale. E' tornato in cella ma del suo caso ora si occupa anche la polizia di stato.
Dal pronto soccorso infatti, come di prassi, è partita la segnalazione per cui già giovedì sera una pattuglia del reparto Volante s'è recata al pronto soccorso e ha identificato il marocchino, refertando l'intervento e segnalando il caso alla procura.
In carcere a Baldenich, in questo periodo il direttore Immacolata Mannarella è in ferie, a sostituirla la dottoressa Paolini, in missione essendo direttore del
carcere di Rovigo. Del caso la dirigente è stata informata ma mantiene il riserbo sui dettagli dell'episodio, limitandosi a confermare che è avvenuto: «Sono stata informata dell'accaduto» spiega la dirigente «non posso spiegare i termini entro i quali si è verificato l'episodio. Certo, i detenuti in cella hanno una certa autonomia». E disponibilità di alcuni oggetti, i controlli non mancano ma ago e filo l'altra sera sono stati usati per cercare di non mangiare e bere per 3 giorni.
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