Protezione civile, Bottacin: "Raduno nel Bellunese"
Il presidente Bottacin ha chiesto a Roma di organizzarlo in territorio provinciale
Il nuovo mezzo presentato ieri a Chies
SAN MARTINO DI CHIES. La provincia bellunese si candida ad accogliere, nel 2013, il primo raduno nazionale nella storia della Protezione Civile. A darne notizia è lo stesso presidente Gianpaolo Bottacin, intervenuto ieri a San Martino di Chies in occasione dell'inaugurazione del nuovo mezzo di trasporto in dotazione al nucleo Ana Protezione Civile dell'Alpago. «Lo abbiamo proposto io e il sindaco di Longarone (Roberto Padrin ndr) al dipartimento di Roma. Crediamo che quello sia il luogo giusto per accogliere questa manifestazione», ha dichiarato Bottacin. Le ragioni principali sono due: da un lato nel 2013 ricorrono i 50 anni della tragedia del Vajont «una data impressa nella memoria del Paese e che ha segnato anche la nascita della protezione civile», ha sostenuto il presidente della Provincia, ricordando l'eccezionale intervento di soccorso da parte degli alpini in quel frangente e l'opera prestata anche da altri corpi delle istituzioni. Dall'altro «l'importanza e l'eccellenza che la Protezione Civile bellunese rappresenta per tutta l'Italia», ha aggiunto Bottacin, ricordando anche il primato bellunese dei Vigili del fuoco volontari, la capillare presenza sul territorio delle diverse croci sanitarie e del Soccorso alpino. Sempre a livello nazionale lo stato italiano è intenzionato a promuovere la cosiddetta "colonna mobile" dell'Ana Protezione Civile, che diventerà lo strumento incaricato di organizzare il soccorso in seno alle emergenze che avvengono nel Paese. Infatti, mentre in ambito locale e provinciale il coordinamento e la gestione delle operazioni di intervento e soccorso rimarrà in carico all'istituzione preposta per legge, in ambito nazionale sarà l'organizzazione degli Alpini della Protezione Civile, cui lo stato ha intenzione di devolvere le necessarie risorse ecomomiche, i materiali e i mezzi, a gestire e condurre le operazioni. La ragione principale di questa scelta deriva dal confronto tra una forza d'intervento abituata a muoversi "militarmente", come quella degli ex-alpini, con le organizzazioni per le emergenze di estrazione civile, meno costituite gerarchicamente. Sotto l'aspetto organizzativo sarebbe un ruolo simile a quello che si assume, in casi come quelli citati sopra, la Croce Rossa. A questo proposito tra gli alpini, ieri, c'era anche chi ha fatto notare, comunque, che il Dipartimento di Protezione Civile ottiene in questo modo di far assumere ad altri la grossa responsabilità che riguarda il coordinamento e la gestione del pronto intervento "evitandosi magari qualche figuraccia". All'assemblea del nucleo Ana Alpago ieri, a Chies, sono intervenuti anche il responsabile per il Triveneto dell'associazione, Orazio D'Incà, che ha annunciato l'arrivo di una nuova ambulanza fuoristrada, attrezzata anche per la logistica, in dotazione al gruppo Ana di Belluno (gli altri due gruppi principali sono quelli del Cadore e di Feltre). Il finanziamento del mezzo, che sarà in circolazione dal gennaio prossimo per motivi di assicurazione, è incluso tra quelli che la Regione riserva alle 13 sezioni venete dell'Ana Protezione Civile, di cui quella bellunese risulta essere la più numerosa.
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