Protezione civile, nel Bellunese 55 piani pronti

Longarone si prepara alla prova d'evacuazione dell'area industriale
La zona industriale di Longarone
La zona industriale di Longarone
BELLUNO.
Sono 55 i comuni del Bellunese che hanno adottato i rispettivi piani di protezione civile. Questo il dato che l'ente Provincia snocciola a pochi giorni dalla pubblicazione del dossier di Legambiente che colloca il Bellunese tra i territori più fragili e meno "attrezzati" del Nordest. Intanto a Longarone si sta studiando la grande esercitazione per l'evacuazione della zona industriale.

Comune, Provincia e operatori di soccorso si sono ritrovati in Prefettura.

Il rischio è elevato e le misure spesso insufficienti. Questa la diagnosi di Legambiente, che in questi giorni è stata ripetutamente rispedita al mittente. Lo hanno fatto i sindaci di Borca e Cencenighe, lo fa anche il presidente della Provincia, che ricorda come nell'ultimo anno la maggior parte dei comuni bellunesi abbia approvato il proprio piano di protezione civile. All'appello - conferma Gianpaolo Bottacin - ne mancano quattordici: otto stanno per essere esaminati dai singoli municipi, gli altri sei sono ancora in corso di predisposizione da parte della Provincia.

«Alcuni comuni hanno chiesto il nostro aiuto e quindi gli uffici stanno lavorando», afferma Bottacin.

Insomma, la fase della pianificazione è a un buon punto. Sullo sfondo, del resto, c'è la tragedia di Cancia, quando sotto una frana a Borca morirono madre e figlio. Era il luglio del 2009 e l'Antelao è ancora "sorvegliato speciale".

«La frana è stata monitorata a vista per tutta l'estate da squadre di volontari», afferma Bottacin, che ricorda come nel frattempo si stiano studiando nuovi sistemi di controllo.

Proprio Borca era stata classificata da Legambiente come il comune più negligente del Nordest, per lo meno delle realtà che avevano risposto al questionario. Poco sopra, c'è Longarone, dove - dopo l'esplosione all'Ecorav in piena zona industriale - le aziende erano state invitate a predisporre un proprio piano di evacuazione.

«Su circa quaranta imprese ne mancano una decina», afferma il sindaco di Longarone, Roberto Padrin. «La risposta è stata buona, adesso la speranza è che arrivino anche gli ultimi elaborati».

Ai piani singoli si accompagnerà poi un'esercitazione generale che coinvolgerà aziende, operai e soccorritori. Annunciata per la metà di settembre, è stata rinviata. «Ci siamo trovati in Prefettura per fare il punto», conferma il primo cittadino. «L'esperienza di Longarone sarà poi portata in tutta la provincia».

Ritorna sulla difesa idrogeologica Bottacin: «Adesso abbiamo i soldi del demanio idrico. Serviranno proprio per limitare i rischi sul territorio». Tra le priorità, a sentire il presidente della provincia, ci sono l'Agordino e l' Alpago.

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