Prove di fusione in val di Zoldo: «È giunto il momento di unirci»
VAL DI ZOLDO. «Rispetto ad altre realtà in Val di Zoldo un vantaggio esiste. Ossia il nome, che già rappresenta l'unità della valle: Zoldo». A dirlo sono i due primi cittadini di Forno di Zoldo e Zoldo Alto, Camillo De Pellegrin e Roberto Molin Pradel.
Le due amministrazioni stanno facendo prove di dialogo su un tema di attualità per la realtà bellunese: la fusione dei Comuni. Qualche giorno fa le due giunte si sono incontrate per affrontare la questione, con Forno di Zoldo e Zoldo Alto concordi, soprattutto alla luce dei continui tagli nei trasferimenti e circa la possibilità di riorganizzare i servizi in modo univoco per tutta la Val di Zoldo. «Il percorso non sarà né semplice né immediato, ma le amministrazioni ritengono che i tempi siano maturi per un passo che potrà dare più coesione e razionalità alle scelte amministrative e riduzione delle spese di gestione», tengono a sottolineare Molin Pradel e De Pellegrin. E i due amministratori riflettono sul fatto che è ormai evidente che la situazione ambientale ed economica attuale e i forti tagli stanno spingendo verso l’unione dei Comuni.
Una riflessione che arriva a poco più di dieci giorni dal penultimo passo avanti verso la fusione fatto da altri due Comuni, nel lato opposto del territorio provinciale: Quero e Vas. Per loro, la prima Commissione per gli affari istituzionali e il bilancio, presieduta da Costantino Toniolo, ha approvato il progetto di legge per la fusione, dopo che la Provincia aveva recapitato a palazzo Ferro-Fini il suo beneplacito.
«Insieme con Zoldo Alto facciamo circa 3.500 abitanti», commenta il primo cittadino di Forno, «avremmo così la possibilità di entrare in una fascia di maggiore protezione».
Insomma, la fusione sarebbe non solo una circostanza indotta da eventi esterni, ma anche una grande opportunità. «Come Comune unico si potrà fare molto di più. I nostri territori sono abitati da gente che condivide la stessa storia e che possiede un entroterra culturale comune. Un’omogeneità che è un punto di forza».
Secondo i due amministratori la fusione potrà portare non solo a dei vantaggi di carattere economico, ma anche a una gestione più efficiente delle problematiche. «La parte più importante la dovranno fare naturalmente i residenti in valle», evidenziano ancora dai due Comuni. «La fusione segue infatti un iter regolamentato che passa attraverso un referendum (quorum del 50 più 1 degli aventi diritto), con il quale si chiederà alla cittadinanza di esprimersi a favore o contro».
Proprio per questo motivo l’intento è programmare numerosi incontri con i cittadini, per spiegare loro la situazione, rispondere alle domande, valutare tutti gli aspetti. «Prima del referendum è necessario coinvolgere attivamente la cittadinanza con incontri pubblici su tutto il territorio della valle, per condividere il percorso e le motivazioni che spingono a tale scelta. Importante sarà inoltre garantire pari dignità ai due territori e adottare soluzioni che non penalizzino gli abitanti di un'area rispetto all'altra. Su questo aspetto le due amministrazioni dovranno lavorare in sinergia».
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