Province, dipendenti a rischio: proteste in tutta Italia
Il presidente dell'Unione delle province parla di «una situazione gravissima». E il profilo Twitter dell'Upi è un continuo flusso di sedi occupate, fotografie di cortei, striscioni. Incertezza è la parola chiave. I dipendenti delle amministrazioni provinciali hanno sulla loro testa il peso delle parole "tagli" e "ricollocamento". Sono 19.339 in tutto, su un totale di 43.498, gli esuberi legati alla riorganizzazione del passaggio delle funzioni. Non bastano le rassicurazioni del sottosegretario agli affari generali Gianclaudio Bressa («Nessuno perderà il posto, i dipendenti verranno ricollocati», ha dichiarato) a placare le proteste.
Dal maxiemendamento arrivano indicazioni sui dipendenti delle Province: per due anni manterranno il posto di lavoro e scatterà il ricollocamento in altre amministrazioni, prioritariamente negli uffici giudiziari, e solo dal 2017 per chi non avrà trovato nuovo posto con la mobilità "interna" scatteranno le procedure di mobilità, con l'80% dello stipendio.
Il Governo ha già annunciato che arriveranno la metà dei fondi per il personale e i conti sono presto fatti: risorse dimezzate uguale dipendenti ridotti al 50%. Il presidente dell'Upi, Alessandro Pastacci, commenta il clima di incertezza: «Aspetteremo di conoscere le decisioni che il Governo prenderà nel maxiemendamento che depositerà stasera in Senato - ha detto Pastacci nella conferenza unificata dove Regioni, Province e Comuni erano chiamati a dare un parere sulla legge di stabilità - . Certo, nei territori la situazione è critica: per il personale delle Province non si apre uno scenario definito né si stabilisce un percorso chiaro. Gestire cosi l’attuazione della riforma delle Province e delle Città metropolitane è davvero impossibile».
Sedi occupate, cortei e proteste. A Genova i lavoratori della Provincia hanno sfilato per le strade della città "per chiedere certezze". A Modena i lavoratori si sono riuniti in assemblea in piazza Grande e hanno occupato la sede dell'ente. A Belluno i dipendenti hanno organizzato un presidio permanente: a turno i lavoratori saranno presenti davanti a palazzo Piloni per «sensibilizzare l’opinione pubblica e i politici», dicono Bianca Paparella e Marco Zucco delegati sindacali rispettivamente di Cisl e Uil. Cortei e occupazioni anche in altre città d'Italia: da Pisa a Firenze, da Pavia a Imperia. Anche a Padova la sede della Provincia è stata occupata. E le occupazioni continueranno. «Senza un intervento del governo - avvertono i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpi, Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Giovanni Torluccio - un passo indietro su provvedimenti dannosi e insensati, la mobilitazione non si fermerà. Chiediamo al Parlamento di evitare il peggio, alle Regioni di fare la loro parte». Contro il rischio di esuberi, i licenziamenti dei precari e i tagli previsti dalla legge di Stabilità, le occupazioni - affermano i sindacati proseguiranno.
LA MAPPA: Lavoratori a rischio, ecco dove
Lombardia e Toscana le più colpite. In Lombardia per 2731 lavoratori si apre la partita del ricollocamento. In Toscana i posti a rischio sono 2033. Ma dove andranno questi lavoratori? «Il sistema delle province lombarde non è in grado di pagare gli stipendi a tutti i dipendenti già dai primi mesi del 2015 - spiega Daniele Bosone, presidente dell'Unione province lombarde - C'è un problema di confusione e preoccupazione per una parte dei dipendenti e il problema dei servizi per i cittadini». Sono le ore del maxi emendamento, ore decisive ma non in grado di chiarire del tutto la situazione. «Potremmo svolgere le funzioni delegate dalle Regioni ma attarverso una procedura che preveda una convenzione, questo prevede l'emendamento. Si garantirebbero la continuità delle funzioni, senza creare disagio per gli utenti e non ci sarebbero esuberi - dice Bosone - Ma questo solo con la giusta remunerazione. Il problema sono le Regioni». Lunedì pomeriggio il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi incontrerà una delegazione dei rappresentanti dei lavoratori delle Province, che stanno occupando le sedi degli enti.
I DATI PER REGIONE: I lavoratori a rischio a livello regionale
Le rassicurazioni (non) bastano. «Il personale delle province non rimarrà per strada ma verrà assorbito tramite blocco di tutte le assunzioni in tutte le amministrazioni dello Stato e affini» ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, sottolineando che nel maxiemendamento alla legge di stabilità ci sarà un «elemento di certezza e non d'incertezza come qualcuno ha erroneamente sottolineato». E il ministro Marianna Madia affida a Twitter il suo messaggio ai lavoratori: «Dipendenti province abbiate fiducia martedì ore 13 incontriamo con Lanzetta Cgil, Cisl e Uil per spiegare il percorso». Twitta anche il sottosegretario al ministero dell'Economia, Pier Paolo Baretta: «Province: cambiano le competenze, passando a regioni e ministeri. Solo passaggi fra uffici locali, nessun licenziamento».
Dipendenti province abbiate fiducia martedi ore 13 incontriamo con Lanzetta cgil cisl e uil per spiegare il percorso #nessunoperdeilposto
— Marianna Madia (@mariannamadia) December 19, 2014
#stabilita2015 Province: cambiano le competenze, passando a regioni e ministeri. solo passaggi fra uffici locali, nessun licenziamento.
— Pier Paolo Baretta (@PPBaretta) December 19, 2014
Scuole e strade a rischio. Non c'è solo il caso dei dipendenti a scatenare le proteste nelle amministrazioni provinciali. «Oltre alla gravissima situazione legata al destino del personale delle Province e delle Città metropolitane, resta, con il taglio di 1 miliardo, l'emergenza sui servizi essenziali, dalla gestione e manutenzione di strade e scuole agli interventi sull'ambiente, che questa manovra mette a rischio già a partire dal 1 gennaio prossimo», sottolinea Pastacci.
Le richieste dell'Anci. Il Governo convochi enti locali e sindacati «per ribadire le tutele del personale». Lo chiede il presidente dell'Anci, Piero Fassino. «L'associazione dei Comuni ha segnalato da tempo - afferma Fassino - che l'entrata in vigore della "legge Delrio", che ha istituito le Città Metropolitane e le
Province di secondo grado, richiede adeguate risorse e la definizione dei modi e dei tempi con cui gestire il passaggio dalle Province uscenti ai nuovi enti. In particolare - osserva - è necessario rendere chiari i percorsi relativi al personale e ai dipendenti degli Enti, confermando ancora una volta che non sussiste alcun rischio di perdita del posto di lavoro».
Di Maio (M5S) a Firenze con i dipendenti. «Ho incontrato i lavoratori precari della Provincia che si trovano in una situazione incerta. Questo perché il Ddl Delrio ha fatto in fretta, ha fatto male e non ha abolito le Province. Dobbiamo capire però chi svolgerà i servizi essenziali delle Province come la Protezione civile», le parole del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5s), che oggi a Firenze ha consegnato al prefetto fiorentino un piano per la dilazione delle tasse per quei cittadini colpiti da alluvioni e maltempo. «Servizi che sono essenziali per i cittadini rischiano di scomparire - ha aggiunto Di Maio -. Nella legge di stabilità speriamo che il Governo inserisca il futuro di questi servizi provinciali. Non dimentichiamo poi che ci sono oltre 2200 persone che lavorano in realtà come la Protezione civile, un servizio che rappresenta il primo intervento dello Stato in caso di emergenza».
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