Canoni idrici, la Provincia avanza la richiesta: «Enel ci dia 12,3 milioni»
Palazzo Piloni ha chiesto l’adeguamento anche della parte variabile dovuta dai grandi concessionari di energia elettrica

Il dado è tratto. La Provincia di Belluno ha chiesto l’adeguamento anche della parte variabile dei canoni idrici ai grandi concessionari di energia elettrica. Quei 12,3 milioni di euro che Palazzo Piloni avanza, perché la legge regionale entrata in vigore nel 2023 ha modificato il precedente sistema di calcolo del canone che i grandi concessionari pagano per usare l’acqua dell’impianto (parliamo delle grandi dighe, come quella di Auronzo, Sottocastello, del Mis), prevedendo una nuova articolazione - componente fissa e variabile - e rideterminando gli importi. L’aumento della parte fissa a 40 euro per kilowatt prodotto vale poco meno di 6,5 milioni per il biennio 2023 e 2024. La Provincia li ha chiesti mesi fa, ma i grandi concessionari hanno impugnato i provvedimenti regionali e le richieste di pagamento provinciali, continuando a pagare i canoni con i criteri pre-aumento.
La parte variabile per il 2023 è pari al 5% del fatturato dei grandi concessionari e vale 12,3 milioni. Cifra elaborata sulla base dei dati certificati da Terna e forniti dalla Regione Veneto. A Enel Produzione sono stati chiesti 11.147.478 euro, a Enel Green Power 1.169.216 euro. Risorse che sono fondamentali per Palazzo Piloni, per una migliore gestione e sostenibilità del bilancio che da sempre si trova a fronteggiare le sfide legate alla difesa del suolo, alla viabilità, agli aspetti sociali.
«Questi canoni rappresentano un’importante fonte di entrate per la nostra Provincia», spiega il consigliere provinciale delegato al demanio idrico, difesa del suolo e protezione civile, Massimo Bortoluzzi. «Dobbiamo lavorare per garantire che queste risorse siano destinate a investimenti essenziali per la nostra comunità. Auspichiamo che la richiesta non venga impugnata, come accaduto per la parte fissa dei canoni, poiché questi fondi sono cruciali per poter operare in modo efficace e per il benessere del nostro territorio». Qualora accadesse, la Provincia si dice pronta e disponibilissima a sostenere il ricorso regionale.
La Provincia si impegna inoltre a utilizzare questi fondi anche per sostenere le Unioni Montane (già finanziate con 2 milioni di euro in sede di bilancio previsionale), vista la loro importanza nella gestione delle aree più fragili e periferiche del territorio. Ma i fondi potrebbero essere utilizzati anche per progetti di sviluppo locale, miglioramento dei servizi, per garantire una crescita equilibrata anche nelle zone montane.
«Contribuiremmo così al rafforzamento dell’intero sistema territoriale provinciale», conclude Bortoluzzi. «Mi auguro che la richiesta venga accolta senza contestazioni, così da poter dare una risposta concreta alle necessità di sviluppo e protezione del territorio. Vogliamo continuare a lavorare con le istituzioni per garantire che questi fondi vengano utilizzati in modo trasparente e mirato, a favore del nostro territorio e delle sue comunità».
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