Provincia-Comune: 300 mila euro per fare pace

Transazione tra Provincia e Comune di Belluno sulla gestione dell’Itis Segato: si partiva da una richiesta di 1,2 milioni. Una storia che risale alla metà degli anni '90, si è infiammata ai tempi dell'amministrazione Bottacin e si concluderà martedì in consiglio provinciale, con la delibera che mette un punto fermo sulla vicenda.
I soldi dovuti dal Comune alla Provincia sono per l'Iti Segato
I soldi dovuti dal Comune alla Provincia sono per l'Iti Segato

BELLUNO. Comune e Provincia hanno trovato l'accordo nella causa legata ai contributi per la gestione dell'Itis Segato.

Una storia che risale alla metà degli anni '90, si è infiammata ai tempi dell'amministrazione Bottacin e si concluderà martedì in consiglio provinciale, con la delibera che mette un punto fermo sulla vicenda. E un importo, quello che il Comune si impegna a trasferire a Palazzo Piloni: «Poco più di 300 mila euro», anticipa il consigliere provinciale con delega al bilancio, Serenella Bogana. In particolare 335.899,05 euro.

«Si è deciso di transare con una cifra che rappresenta un quarto dell'importo che era stato chiesto dalla Provincia quando ha intentato la causa». Fu Gianpaolo Bottacin nel 2011 a evidenziare che la Provincia non aveva mai ricevuto dal Comune i soldi che quest'ultimo avrebbe preso dallo Stato fra il 1996 e il 2011 per la gestione dell'Itis Segato.

Fatti due conti, Palazzo Piloni aveva intentato causa per un milione e 200 mila euro. A metà gennaio avrebbe dovuto tenersi l'udienza definitiva al tribunale di Venezia, ma i due enti avevano chiesto congiuntamente il rinvio assicurando da parte di entrambi la volontà di risolvere la questione per via stragiudiziale.

Così è stato: il sindaco Jacopo Massaro e la presidente della Provincia Daniela Larese Filon si sono incontrati, insieme ai legali dei due enti, e hanno trovato un accordo. «Si è preferito scegliere la strada della transazione», conferma la Bogana.

«Questa vicenda è vecchia, trovare un accordo era la soluzione migliore per tutti».

Lo pensa anche Massaro: «È una follia farsi la guerra fra pubbliche amministrazioni», spiega. «Questa vicenda nasce in seguito ad un gestione superficiale fatta in passato. Il Comune è convinto di avere ragione, ma il rischio di andare a sentenza era troppo elevato».

Il pericolo era che il giudice desse ragione alla Provincia, perché pare che il Comune non possa dimostrare la sua tesi: «Non avremmo potuto affrontare un risarcimento milionario che avrebbe gravato sull'intera collettività e che avrebbe messo in grossa difficoltà le casse comunali».

Ma perché si è arrivati alla causa? La ragione va ricercata a metà degli anni '90.

Fino al 1996 la gestione delle scuole superiori spettava al Comune. Poi la legge 23/1996 ha trasferito la competenza alle Province. Lo Stato avrebbe dovuto girare le necessarie risorse al nuovo soggetto. Così ha fatto per tutti gli istituti superiori, ma il caso dell'Iti è particolare. Si tratta di una scuola a ordinamento autonomo, che dall'inizio del secolo scorso al 1996 ha vissuto di proventi propri e di contributi comunali. Quando il Comune ha deliberato, in consiglio, l'elenco delle scuole la cui competenza passava alla Provincia, ha scritto che la questione dell'Iti sarebbe stata trattata con altro provvedimento. Ma pare che non sia mai stato fatto. Il Comune sostiene di non aver più ricevuto un euro dallo Stato per la gestione dell'Iti, a partire dal 1996, ma nemmeno la Provincia li ha ottenuti.

Nel 2011 Gianpaolo Bottacin si è accorto che c'era qualcosa di strano e ha chiesto i soldi al Comune. Poi la Provincia è stata commissariata e la causa ha fatto il suo corso. Ora si è giunti ad un accordo. «Finito il commissariamento della Provincia, grazie alla presenza di un interlocutore politico con il quale confrontarci in pochi mesi abbiamo risolto una vicenda che si trascinava da anni», conclude Massaro. I 335 mila euro saranno trasferiti dal Comune alla Provincia a rate nei prossimi dieci anni.

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