Provincia da mantenere: sì da 64 Comuni

Massaro: «È un risultato straordinario per un territorio che ha sempre mostrato frammentazione»

BELLUNO. Sono 64 i Comuni che hanno votato l’ordine del giorno per il mantenimento della Provincia di Belluno. Solo San Pietro di Cadore, Calalzo, Sappada, Livinallongo e Colle Santa Lucia non hanno dato il loro appoggio alla battaglia per il salvataggio dei confini della Provincia, che rischia di essere accorpata con Treviso in base ai criteri imposti dalla spending review.

«È un risultato politico straordinario», spiega il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, che ha già trasmesso all’assessore Ciambetti, presidente della conferenza permanente Regione - Autonomie locali della Regione Veneto, tutti gli ordini del giorno votati dai 64 consigli comunali. «Un risultato importante», continua Massaro, «perché viene da un territorio dove da sempre c’è un evidente problema di frammentazione politica. Questo dimostra che qualcosa sta cambiando».

Il territorio, insomma, sta mostrando la sua volontà di rimanere unito, e un segnale importante, in tale senso, viene anche dai Comuni referendari, come Sovramonte, Lamon e Cortina, che hanno approvato l’ordine del giorno. «Anche questi territori hanno compreso che è importante salvaguardare i confini della nostra provincia», sottolinea Massaro. «Ha prevalso uno spirito superiore, al di là delle rivendicazioni di ognuno».

I Comuni bellunesi hanno fatto la loro parte nella difesa della Provincia, e ora non resta che attendere le mosse della Regione. «Le prospettive sono incoraggianti, sul fronte ministeriale», spiega ancora Massaro. «Ma è necessario che anche la Regione deliberi in favore della permanenza della Provincia». Il problema, secondo Massaro, non è tanto Belluno, ma Treviso: «Se a Venezia un po’ tutti riconoscono la necessità di Belluno di avere una Provincia, perché siamo un territorio interamente montano, di contro c’è Treviso, che non vuole accorparsi con Padova o altre realtà. Meglio Belluno, sulla quale potrebbe mantenere un ruolo forte». Non altrettanto, invece, succederebbe se la Marca, che non ha i requisiti per essere salvata, venisse accorpata con Padova. «La mia preoccupazione è che Treviso è retta da un’amministrazione leghista, la stessa che c’è in Regione. E se Treviso non vuole essere accorpata a Padova, rischiamo di rimetterci noi».

Ora dunque la palla passa alla Regione, che dovrà deliberare per convincere il Governo a concedere una deroga a Belluno, come a Sondrio, altro territorio interamente montano che spera nel salvataggio. (a.f.)

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