Provincia di Belluno a rischio default. Il commissario va alla Corte dei Conti

Capocelli replica secco a Reolon, ma conferma che si sta analizzando l’ipotesi del dissesto finanziario
Mirano arrivo commissario in municipio
Mirano arrivo commissario in municipio

 BELLUNO. «Sappiamo fare il nostro mestiere, non siamo dei semplici liquidatori». Il commissario straordinario della Provincia Vittorio Capocelli, rispedisce al mittente le critiche del consigliere regionale Pd Sergio Reolon, già presidente a Palazzo Piloni, sulla gravissima crisi finanziaria dell’ente. Capocelli ieri ha improvvisato una conferenza stampa per tacciare alcune voci e chiarirne altre, ma la notizia che conta non può essere smentita: la dichiarazione di dissesto finanziario è più di un’ipotesi.

Il commissario, infatti, ha chiesto per la prossima settimana un incontro con il magistrato della Corte dei Conti che si occupa di questa materia, per un confronto sull’istituto stesso del dissesto, che nel caso della nostra Provincia va approfondito, perché avrebbe un’origine diversa da quella osservata in passato. «Il dissesto finanziario», spiega il segretario generale di Palazzo Piloni Roberto Natale, «è un istituto giuridico previsto dalla legge e in genere deriva da una cattiva gestione amministrativa, da una “colpa” nell’uso delle risorse, ma il nostro caso è diverso perché se non riusciremo a chiudere il bilancio non sarà a causa dei debiti».

Il problema della Provincia di Belluno non è dare soddisfazione a una massa di creditori come nella fattispecie più classica del dissesto finanziario, quando un ente può utilizzare questo strumento per azzerare i debiti e ricominciare da capo con un bilancio in equilibrio. L’equilibrio di Palazzo Piloni non esiste anche senza avere i creditori alle porte, o almeno questo è il serio timore del commissario a fronte dei tagli statali.

«Ancora non sappiamo nulla di preciso», spiega Capocelli, «e non possiamo interloquire perché noi siamo esecutori di decisioni superiori». Il commissario si riferisce ai provvedimenti del governo Monti, che ha definito la percentuale dei tagli, uguale per tutte le Province, ma resta un margine di incertezza sulla cifra precisa. Si sa che le risorse a disposizione per la gestione delle strade sono passate da 15 a 4,5 milioni di euro e che ci sono altre contrazioni che portano il “buco” a superare i 16 milioni di euro. Capocelli precisa: «Siamo chiamati a gestire in via straordinaria questo ente, come da decreto del presidente della Repubblica, siamo qui per amministrare e abbiamo ottenuto la massima disponibilità dai soggetti pubblici e le forze politiche. Chi non ci ha cercati non ci ha trovati. Ci stiamo muovendo per venire incontro alle esigenze bellunesi, rifiutiamo illazioni gratuite di chi non sa».

Chiarito il suo ruolo, il commissario ricorda i passi fatti per ottenere maggiori risorse dallo Stato (una lettera al ministero dell’Interno e un’altra fatta inviare dalla Prefettura) e poi torna sui bandi Interreg, spiegando che la Provincia non ha abbandonato il terreno e continuerà ad esserci per quel che potrà: «Non vi è comunicazione ufficiale di disimpegno. Vogliamo garantire lo sviluppo futuro di questi progetti e, viste le prospettive temporali incerte per la Provincia, abbiamo ritenuto necessario coinvolgere altri attori. Stiamo cercando di assicurare in tutti i modi lo sviluppo del territorio, non possiamo assumerci compiti e responsabilità che non possiamo garantire nel tempo». Infine un altro cenno al bilancio: «Stiamo facendo il possibile, il dissesto finanziario è l’extrema ratio».

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