Provincia di Belluno: sette «stelle al merito» per i dipendenti modello
Domenica cerimonia a Venezia. Segnalati dalle aziende, vengono nominati dal presidente della Repubblica
BELLUNO. Sette bellunesi diventano "Maestri del Lavoro". Domenica a Venezia, nella Scuola grande di San Giovanni evangelista, verranno consegnate le "Stelle al merito del lavoro", che vengono conferite come da tradizione con decreto del presidente Napolitano. Ad esse viene abbinato il titolo di "Maestro del lavoro". Il consolato provinciale di Belluno annuncia che tra gli 89 insigniti del Veneto, ci sono sette bellunesi. Si tratta di: Laura Antole, di Belluno, che lavora all'azienda Deon; Luciano De Bona, di Belluno, che lavora alla Procond Elettronica di Longarone; Albino Della Giacoma di Canale d'Agordo, Egidio Sorarù di Agordo e Maria Dolores Zus di Taibon Agordino, che sono impiegati alla Luxottica di Agordo; Giovanni Gorza, di Pozzale di Cadore, che lavora alla De Rigo Vision di Longarone; Luigi Pontil, di Feltre, impiegato al Consorzio agrario di Treviso e Belluno. Per diventare "maestri del lavoro" un ruolo significativo lo giocano le aziende, oltre che i loro dipendenti: se infatti questi ultimi, per statuto, devono aver lavorato almeno 25 anni ininterrottamente (ovvero si può aver cambiato datore di lavoro, ma non ci possono essere state pause tra un impiego e l'altro) e aver dimostrato di meritare l'onorificenza, sono le aziende a segnalare i lavoratori all'ufficio regionale del Lavoro di Venezia. «Qui vengono accertati i requisiti e un'apposita commissione elabora le proposte di candidatura, che vengono inviate al ministero», spiega il console provinciale della Federazione Maestri del lavoro d'Italia Edda Collazuol Prest. «La decisione finale spetta però al presidente della Repubblica». La "Stella al merito del lavoro" viene assegnata dal 1923, il titolo di "Maestro del lavoro" dal 1952. Il riconoscimento viene concesso ai lavoratori dipendenti che «si siano particolarmente distinti per meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale; che abbiano con innovazioni migliorato l'efficienza degli strumenti e dei metodi di lavorazione; che abbiano contribuito in modo originale al perfezionamento delle misure di sicurezza del lavoro e si siano prodigati per istruire e preparare le nuove generazioni nell'attività professionale», si legge nello statuto. «Devono aver dato un apporto significativo al mondo del lavoro e all'azienda presso cui sono impiegati», aggiunge la Collazuol Prest. «Ad esempio fanno punteggio la capacità di formare dei collaboratori o l'aver apportato delle migliorie nel campo della sicurezza». I 7 "Maestri" bellunesi entrano a far parte dei 127 iscritti alla federazione bellunese.
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